Lavoro, arriva la nuova legge
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Pagina 38 - Economia |
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IL CASO Gli economisti on-line: "Dopo 80 anni cambiano le norme sull´orario" Lavoro, arriva la nuova legge
ROMA - Sta per essere definitivamente archiviata, dopo ottant´anni, la disciplina degli orari di lavoro. Entro ottobre il governo presenterà al Parlamento il decreto legislativo che recepirà l´avviso comune che imprese e sindacati firmarono nel novembre del 1997 in materia di tempi di lavoro, orari e riposi. Con l´abrogazione della legge del 1923 siamo finalmente all´epilogo di una vicenda in cui l´Italia si è meritata ripetute condanne da parte della Corte di giustizia del Lussemburgo per non avere ottemperato alla direttiva comunitaria sugli orari di lavoro emanata nel 1993. «Si armonizza il nostro ordinamento con quello europeo - constata l´esperto Piero Ichino in una intervista al sito lavoce.info, pubblicazione degli economisti on-line coordinati da Tito Boeri - e si volta pagina non solo rispetto ad una legislazione vecchia di ottant´anni, ma anche rispetto alle polemiche dell´ultimo quinquennio sulle 35 ore». Come ricorda lavoce, l´avviso comune sugli orari di lavoro fu una reazione delle parti sociali (inclusa la Cgil) al tentativo di Bertinotti, durante il governo Prodi, di imporre le 35 ore espropriando la contrattazione. L´accordo Confindustria-sindacati «spiazzò» il ddl sulle 35 ore e lo avviò su un binario morto, ma la riforma degli orari che quell´intesa doveva recepire, non fu condotta in porto. Con l´imminente decreto legislativo verranno introdotte alcune novità, anche se molte di esse sono state già anticipate e a volte sopravanzate dai contratti collettivi. Tra queste la previsione di un diritto ad 11 ore consecutive di riposo giornaliero, da cui deriva un tetto massimo lavorativo di 13 ore (ma le 8 ore grazie ai contratti continueranno ed essere la regola) e la quantificazione per la prima volta in una legge del periodo minimo di ferie annuali in 4 settimane.
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