Larizza (Cnel): la flessibilità non riduca i diritti
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economia e lavoro |
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24.10.2003 mercato e tutele Larizza (Cnel): la flessibilità non riduca i diritti dei lavoratori
ROMA Pietro Larizza sale in cattedra, diventa professore, denuncia la presenza nel nostro Paese di “una zona grigia del diritto della persona”. E' successo ieri nell’Aula Magna “Italo Falcomatà” della Facoltà d’Ingegneria, presso l'Università di Reggio Calabria. Qui è stata consegnata al presidente del Cnel, per anni segretario generale della Uil, la laurea honoris causa in Giurisprudenza. E qui il neo docente ha tenuto una "lectio doctoralis" sul tema “I diritti del lavoro”. Una parte di tali diritti, ha osservato Larizza, "è diventata marginale, e non perché declassati dal legislatore, ma per la mancata soluzione dei problemi che ne impediscono la fruizione". Una precisa richiesta, dunque, d’analisi dei cambiamenti, particolarmente rivolta alle università, per produrre una rivisitazione realistica dei contenuti dei diritti esigibili. Non per ridurli, ma magari per sostituirli. Larizza, insomma, rivendica un nuovo diritto del lavoro coerente con la situazione di fatto, in sostituzione di un diritto formalmente esistente ma concretamente inapplicabile. La riflessione va alle modifiche intervenute nel mercato del lavoro, anche con l’ultima legge 30 e alla presenza di tanti lavori arasubordinati. Il presidente del Cnel si sofferma sulla fioritura di contratti individuali con bassi salari, e la protezione sociale, quando esiste, circoscritta agli obblighi previdenziali, peraltro assolutamente inadeguati. Ora s’impone una soluzione legislativa “capace di garantire, a tutti i soggetti precari, continuità nei diritti costituzionali fondamentali, altrimenti elusi dalle nuove norme”. Occorre impedire, insomma, “che la mobilità produca insicurezza nelle persone, diventi impedimento alla formazione delle famiglie e fattore di grave precarietà sociale, provocando con ciò la rottura della coesione e della solidarietà che restano valori fondanti della repubblica”. Un impegno alto e difficile, visto che oggi c’è un altro pericolo, quello che il sindacato non possa esercitare la propria rappresentanza, svolgere il proprio ruolo negoziale in zone sempre più ampie del mondo del lavoro.
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