La Ue lancia il check-up degli Ordini
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Albi & mercato - La Commissione ha indetto una consultazione tra gli Stati per consentire l’elaborazione di una direttiva
 La Ue lancia il check-up degli Ordini Un questionario in arrivo per le categorie regolamentate - Buttiglione: sentiremo anche le nuove professioni Niccolò Martinelli
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(NOSTRO SERVIZIO) ROMA - Favorire a livello europeo un nuovo mercato del lavoro e stimolare la libera circolazione dei professionisti. Con questi obiettivi la Commissione Ue ha indetto una consultazione tra gli Stati membri proponendo un questionario che consenta di raccogliere le opinioni dei soggetti interessati circa il futuro regime di riconoscimento delle qualifiche professionali nel l’Unione europea. In vista dell’elaborazione di una proposta di direttiva da preparare per la primavera 2002. Il questionario è stato consegnato nel corso di un incontro organizzato ieri a Palazzo Chigi dal ministero delle Politiche comunitarie cui hanno partecipato, oltre ai ministeri a vario titolo coinvolti, i rappresentanti degli Ordini professionali. Il passo successivo sarà l’elaborazione di un documento unitario da consegnare all’Ue. «La nostra volontà — ha spiegato il ministro delle Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione — è quella di dare forza alla presenza italiana nella fase di formazione dei provvedimenti europei. Bruxelles non deve rimanere una realtà distante. Per questo abbiamo chiamato a raccolta gli Ordini professionali. Ci saranno ancora altri incontri — ha proseguito Buttiglione — e intendiamo dare voce anche alle esigenze delle cosiddette nuove professioni. Vogliamo tutelare gli italiani. D’ora in avanti la libera circolazione del lavoro dovrà svilupparsi anche nell’ambito delle professioni, dei servizi. E una particolare attenzione dovrà essere rivolta alla formazione e alle regole di accesso alla professione». Per quel che riguarda le scadenze temporali, più in generale, l’orizzonte arriva da Armanda Bianchi Conti, dirigente del servizio lavoro e affari sociali nell’ambito del ministero delle Politiche comunitarie e organizzatrice dell’incontro di ieri. «Il documento Ue che include le otto domande sul regime di riconoscimento delle qualifiche professionali nel l’Unione europea — precisa Bianchi Conti — è stato consegnato agli Ordini durante l’incontro di Palazzo Chigi. Dovrà essere restituito al nostro ministero entro il 10 settembre. È poi prevista un’ulteriore riunione volta alla preparazione di un documento unitario. La risposta all’Ue dovrà essere avanzata entro il 28 settembre». L’incontro di ieri, dunque, stimola ulteriormente la riflessione su quale dovrà essere il futuro assetto delle professioni e pone ancora una volta in evidenza la necessità di prepararsi alla nuova realtà europea. Riaprendo il discorso sulla riforma complessiva delle professioni. Multidisciplinarietà, tutela dei clienti e formazione risultano tra le questioni che stanno più a cuore a professionisti. «Nel pensare ai nuovi modelli — sostiene, ad esempio, Claudio Siciliotti, vicepresidente dell’Ordine dei dottori commercialisti — bisogna considerare più aspetti. In particolare, posta l’importanza della specializzazione, non pare si possa prescindere da una preparazione professionale ampia e non esclusivamente specialistica. Insomma, una formazione multidisciplinare sarebbe senza dubbio opportuna. Nel ripensare la natura delle professioni non si può poi prescindere dal riconoscerne il ruolo sociale. Sono del l’idea che gli Ordini vadano preservati. La loro esistenza, che non pare ostacolare logiche di mercato, è uno strumento di difesa dei clienti. È, infatti, grazie agli Ordini che si garantisce il rispetto della deontologia e la qualità professionale. Una qualità professionale — conclude Siciliotti — che passa anche attraverso una formazione professionale continua, permanente». Sulle tematiche delle professioni entra, infine, Corrado Rossitto, presidente di Unionquadri, il sindacato della categoria dei quadri. «Quello che Unionquadri auspica — spiega Rossitto, che proprio la settimana scorsa ha incontrato Buttiglione — è lo sviluppo di un mercato separato dei quadri, distinto dalle altre professionalità. E questo dovrebbe avvenire in Italia anche in prospettiva del possibile mercato europeo dei quadri. Ciò potrebbe consentire di fare incontrare domanda e offerta di lavoro e potrebbe ulteriormente accrescere la professionalità della categoria che rappresento». Martedí 10 Luglio 2001
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