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La sinistra della Cgil andrà in piazza

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    marted? 12 settembre 2006
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      SINDACALIA. PRIMI CALDI D’AUTUNNO
        di Ettore Colombo
          La sinistra della Cgil andr? in piazza
          Contro la precariet? (e la Finanziaria)

          ?Il 4 novembre saremo a Roma per rovesciare le priorit? dell’agenda politica: al primo posto la lotta alla precariet?, abolizione della legge 30 in testa, contro il silenzio della politica?. Quale politica? Ma quella dell’attuale governo, ? ovvio. Basta, come annuncio? Nient’affatto. ?Se ci sar? una Finanziaria di tagli, da quella manifestazione (indetta da quel comitato “Stop alla precariet?” che si ? riunito lo scorso luglio in una caldissima - politicamente - e arrabbiatissima - socialmente - assemblea al teatro Brancaccio di Roma, ndr.) verr? un forte no alla logica della precariet? e ai tagli selvaggi alla spesa pubblica?. La ?logica della precariet? ? quella del ministro al Lavoro Cesare Damiano. I ?tagli selvaggi alla spesa pubblica? quelli che vorrebbe imporre al Paese (e dunque al sindacato) Padoa-Schioppa, n? diessino n? della Cgil.

          Esponente della Cgil e, per la precisione, segretario nazionale della Fiom ? invece Giorgio Cremaschi, capofila dell’ala pi? radical della confederazione di corso d’Italia, quella che fa capo alla “Rete 28 aprile”, nonch? autore delle frasi sopra riportate. Ce l’ha con tre quarti del governo (di centro-sinistra), Cremaschi, ed ? pronto - non da solo, naturalmente - alla manifestazione di piazza. ?Sar? un grande corteo, come quelli contro il governo Berlusconi?, annuncia Cremaschi a Liberazione (e al manifesto) di domenica, i due giornali che si sono fatti da tempo sponsor di quest’area politica e sindacale che sta a cavallo di sinistra Ds, Verdi, Pdci e Prc da un lato e dell’intera galassia dei Cobas e dei centri sociali (?che hanno aderito tutti, al gran completo?, sottolinea soddisfatto) e che fino a ieri giocavano a cane e gatto (feroci entrambi), con la Cgil, dall’altro.

          Il problema ? che la manifestazione del 4 novembre - formalmente indetta, appunto, ?contro la precariet? e che si terr? nella capitale con relativo corteo e comizio finale - sta per creare non pochi problemi in casa Cgil. Al segretario generale Epifani e alla sua maggioranza. Vi aderiscono, anche se per ora solo a titolo personale, il segretario (e leader riconosciuto) della Cgil Funzione Pubblica Carlo Podda, il segretario della Cgil scuola Enrico Panini. Inoltre, vi sar? tutta l’area di “Lavoro&Societ?”, oggi guidata da Nicola Nicolosi, e cio? la sinistra che si ? accordata con la maggioranza epifaniana (esponente in segreteria Paola Agnello Modica, ex leader Gianpaolo Patta, oggi sottosegretario alla Salute in quota Pdci). E, naturalmente, il segretario generale della Fiom Cgil Gianni Rinaldini. ?A titolo personale, come gli altri?, si sottolinea, per?, in Cgil, ?per ora?. Peraltro, ?formalmente?, precisa l’ufficio stampa della Fiom, ?non abbiamo aderito ad alcunch?, per ora?.
            Gi?, solo che, “per ora”, parla Cremaschi. Che al Riformista spiega: ?Legge 30, legge Bossi-Fini e legge Moratti vanno abrogate perch? fanno schifo?. E uno. ?L’Italia non sta come nel ’92, Padoa-Schioppa sbaglia di grosso a dirlo e se la Finanziaria sar? come il Dpef la manifestazione sar? anche contro la Finanziaria e non solo contro la precariet?. E due. ?Il ministro Damiano sta sbagliando tutto, da come si ? comportato sul caso Atesia in gi?. Mi sembra molto lontano, nei comportamenti, anche da un dc come Donat-Cattin che diceva: “non sono il ministro del Lavoro, sono il ministro dei lavoratori...”?. E tre. Ora, stante il fatto che Cremaschi ci tiene molto a sottolineare che ?il nostro movimento non vuole fiancheggiare nessuno, nemmeno la sinistra radicale oggi al governo (anche se si augura che il ministro del Prc scenda in piazza con lui, il 4 novembre, ndr.) ma vuole creare una nuova dialettica tra governo da un lato, sindacati e movimenti dall’altro?, resta il punto. Cremaschi e i suoi sostenitori puntano al ?conflitto sociale?. E la Cgil, intesa come sindacato pi? grande d’Italia? ?La Cgil ha le sue regole - risponde secco e un po’ spazientito il segretario confederale Achille Passoni - e i suoi organismi: l? decidiamo il cosa e il come vogliamo fare. Punto. La nostra posizione, peraltro, l’ha espressa benissimo il segretario generale Epifani nell’intervista a Repubblica. Alcuni ministri hanno anche cambiato posizione, dopo il suo intervento, penso al capitolo pensioni. La trattativa con il governo, comunque, non si ? ancora aperta: chiedere scioperi adesso ? una rob de’ matt’?, si lascia scappare in milanese. Anche la segretaria confederale Nicoletta Rocchi non ha dubbi: ?Questa manifestazione ? un errore, anzi: un grosso sbaglio. Con Cisl e Uil stiamo facendo un percorso serio, nei confronti del governo, sulla Finanziaria, ma nessuno pu? dire che la Cgil non si preoccupa del rigore nei conti pubblici. Il problema del lavoro precario e atipico? Specie nei call center, ? un problema vero, drammatico. Lo stiamo affrontando, come Cgil e con lo stesso Damiano, dal caso Atesia in su, ma senza cercare scorciatoie ideologiche. Non a caso ci criticano la destra di Maroni e Sacconi e l’estrema sinistra, ma reggeremo tutte le critiche?. Gi?, la Cgil regger?. E navigher? (a vista?) tra Scilla (TPS che vuole fare solo tagli) e Cariddi (Cremaschi e i suoi che vogliono fare solo scioperi). Sperando non s’incagli, s’intende.

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