La protesta degli operai Pansac «Sacrificati per il Mantova calcio»
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La storia è drammatica, come dimostrano i numeri in ballo: 501 persone in mobilità su un organico di 844 persone. Eppure, come purtroppo accade non di rado nel nostro Paese, nel tracollo della Nuova Pansac, azienda specializzata nella produzione di materiali plastici, non manca il grottesco. Infatti, più che il sospetto i lavoratori dell’azienda nutrono la certezza che mentre i conti societari prendevano una brutta piega, i soldi necessari al rilancio prendevano ben altre strade, ad esempio per cercare di rendere più competitivo quel Mantova calcio che è il giocattolo preferito del capelluto dominus del gruppo, Fabrizio Lori.
Ieri i lavoratori della NuovaPansac, che ha sedi in ben otto città del Nord Italia, hanno bloccato la strada statale Romea per protestare, appunto, contro i licenziamenti di massa nonostante, ad esempio, la floridezza del mercato di materiale assorbente per pannolini, uno dei principali prodotti che escono dall’azienda. «Se chiudono fabbriche come queste possiamo dire che possono chiudere tutte - affermano i lavoratori dei tre stabilimenti a Mira, Portogruaro e Marghera -. Anziché negli investimenti necessari, la proprietà ha investito nel Mantovacalcio e nei suoi giocattoli, come l'elicottero ». Il vicecapogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Lucio Tiozzo, sottolinea come «per salvare dal tracollo laNuova Pansaced evitare che centinaia di persone restino senza lavoro è necessario creare una triplice alleanza tra industriali, sistema cooperativo e istituzioni regionali e nazionali. Malgrado il disfacimento dell'assetto societario, il know how dell'azienda veneziana mantiene ancora intatte tutte le potenzialità per restare sul mercato».
REAZIONI DURE
Ezio Acquaroli, esponente della Filctem- Cgil di Bergamo,ha denunciato le inaccettabili mosse compiute negli ultimi giorni dall’azienda: «I tagli annunciati mercoledì sono ancora più pesanti di quelli che erano stati prospettati una settimana fa durante il confronto nella sede del ministero dello Sviluppo Economico a Roma. Ripetiamo oggi in maniera ancora più decisa, che per noi il piano presentato il 4 maggio dal consiglio di amministrazione della Pansac è assolutamente irricevibile dal momento che costituisce una semplice pianificazione di tagli pesanti e chiusure di interi siti, senza, tra l’altro, che sia accompagnata daun piano di sostenibilità finanziaria né da un piano di sviluppo economico. E non vediamo nemmeno il tentativo di prospettare delle soluzioni che possano tentare di attenuare l’impatto sui lavoratori». Del resto quanto sta accadendo è talmente abnorme da suscitare reazioni dure fra tutte i soggetti interessati. Come Confindustria Venezia ha contestato la decisione dellaNuovaPansac di aprire le procedure di mobilità. Tra le altre cose, sottolineano gli industriali veneziani, «questa procedura supera, per 61 unità, quanto dichiarato al Ministero dello sviluppo economico dall'amministratore delegato, in tema di esuberi». Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, città dove è situato uno degli stabilimenti: «La mobilità alla Pansac è un atto di inaudita ferocia sociale, la conferma dell'arroganza di un gruppo dirigente che ha superato ogni limite»