La prima volta del «vecchio» sciopero
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New economy & licenziamenti - Oggi protestano i lavoratori di Virgilio: uno su tre è in esubero
 La prima volta del «vecchio» sciopero Rosanna Santonocito
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MILANO - Cento tagli annunciati, un dipendente su tre in esubero da Matrix (società del gruppo Seat-Pagine Gialle) e così il «Quarto stato» diventa l'ultima icona della Net economy. È proprio il dipinto celeberrimo di Pellizza da Volpedo che i web worker di Virgilio (il primo portale italiano con 7,7 milioni utenti e 5,1 miliardi di pagine viste nel 2001) hanno usato come home page del sito www.tutearancioni.cjb.net, aperto per diffondere le notizie sulla vertenza. A cominciare dalla giornata di sciopero proclamata per oggi, la prima dei lavoratori della new economy. Improvvisamente, i golden boy delle società dot.com scoprono il sindacato. «Ci siamo iscritti tutti da un giorno all'altro dopo esserci accorti che le cose possono andare male anche qui, nella Net economy, come fuori» racconta Gabriele Battaglia della Filcams-Cgil, un posto (in forse) nella redazione online. Ma i colori terra e rosso antico del quadro con gli operai non sono l'unica nota che stride con l'ambiente a tinte forti e metalliche del mondo internettiano e della sua organizzazione. Lo spiegheranno i 300 di Matrix nel loro primo incontro pubblico, dove diranno che la questione è sì difendere il posto, ma anche fare emergere tutto un settore e i suoi addetti. È un esercito, quello dei 29mila lavoratori dei new business previsto nel 2002 da Federcomin tra le dot.com dell'e-commerce e le società di servizi legati a Internet, rimasto perlopiù virtuale, a parte il clamore sulle stock option e i megastipendi. Fino a che la crisi, con i ricavi pubblicitari dei portali inchiodati sotto le aspettative, non ha spazzato le illusioni. Ecco allora sbarcare in piazza, con uno sciopero stile Old Economy, anche i problemi e le contraddizioni di un mondo che, da sempre, guarda con diffidenza le forme di rappresentanza e tutela tradizionali. E che ora si accorge come, effettivamente, o non ne ha o, se ci sono, gli vanno strette. I lavoratori in pericolo di Matrix, inquadrati con diversi contatti (commercio, giornalisti, tlc, metalmeccanici) hanno per esempio scoperto che in caso di iscrizione alle liste di mobilità, non potranno beneficiare dell'ammortizzatore sociale erogato dall'Inps e per il quale l'azienda ha già versato i contributi. «Questo - nota il neo-sindacalista - perchè siamo un'azienda della Net economy, alla quale l'Inps non riconosce l'indennità di mobilità. Al di là della vertenza che ci riguarda, vogliamo dare un segnale a tutto il settore e alle istituzioni». A metà novembre, raccontano i dipendenti, l'azienda ha preso a convocarli uno a uno proponendo dimissioni spontanee. «Eppure - dice Battaglia - fino a settembre c'erano state assunzioni a tempo indeterminato e Matrix mantiene la posizione del mercato. Con il cambio di gestione industriale, però, tutto ciò che era considerato investimento è diventato un costo. Poi c'è stata la comunicazione ufficiale». La ricetta all'americana è confermata dall'azienda. In un momento di crisi del settore al quale sono venuti a mancare gli introiti attesi dalla pubblicità, il nuovo assetto societario ha accelerato le cose. Il punto di pareggio tra costi e ricavi - ammettono al Gruppo Seat Pagine Gialle - si deve vedere nel più breve tempo possibile, «il buco di 150 miliardi nel bilancio del gruppo è dovuto in gran parte alla divisione Internet - dicono a Matrix - da qui la necessità di "potare" cercando di venire incontro alle persone». I cento esuberanti sono distribuiti in tutti i comparti, anche se le più toccate sono le figure di staff, dagli acquisti alle risorse umane e molto meno quelle tecniche legate al prodotto e al Web. Il pacchetto di uscita proposto comprende sette mensilità di stipendio e un corso di outplacement di sei mesi o, in alternativa a questo, un gettone di 4.500 euro lordi. «Ai dipendenti - ribatte Gabriele Battaglia - viene chiesto di rinunciare al posto a fronte di un corrispettivo monetario non significativo». E poi, questi giovani in media trentenni, con un alto livello di istruzione, molti assunti da meno di un anno, dell'outplacement tagliato per lavoratori tradizionali e più anziani non sanno che farsene. «Ci serve piuttosto una formazione che ci permetta di restare competitivi - dicono -. Siamo di fronte a una forza di lavoro nuova che non è attaccata all'idea del posto fisso come quella tradizionale, che è anche disposta a scegliere di stare fuori, ma se ha i dati e le conoscenze per decidere». Giovedí 24 Gennaio 2002
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