La mozione Due si «autosospende»
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Si rischia la rottura tra le due mozioni che si contrappongono al Congresso della Cgil: la causa è una decisione sulle regole congressuali presa nella notte di lunedì dalla Commissione di garanzia. La mozione Due – «La Cgil che vogliamo» – quella che ha tra i firmatari i segretari di categoria Moccia (Fisac), Rinaldini (Fiom) e Podda (Fp), ha denunciato ieri lo «strappo» consumato in Commissione: l’organo di garanzia – spiega un comunicato – «ha assunto una delibera che modifica radicalmente le modalità di elezione dei delegati da sempre usate in Cgil, falsando irrimediabilmente il risultato finale del congresso».
Le regole sono state cambiate rispetto al peso attribuito allo Spi (categoria dei pensionati) riguardo al numero di delegati che può inviare al Congresso. Lo Spi conta la metà degli iscritti alla Cgil, ma non è composto da lavoratori attivi e ha differenti regole relative alle tessere e all’iscrizione: dunque fino ai passati congressi, si era stabilito che una metà dei suoi delegati fosse «devoluta» alle camere del lavoro, che poi avrebbero a loro volta soppesato la divisione dei delegati in base ai risultati congressuali ottenuti nelle singole categorie. In questo modo, insomma, si riequilibrava il peso degli attivi sui pensionati. Al contrario, la Commissione di garanzia ha deciso che per l’attuale Congresso, i delegati dovranno essere assegnati in base ai risultati ottenuti nelle varie Spi territoriali: dunque il pallino torna praticamente ai pensionati, e le categorie sono destinate a perdere peso. Si sa tra l’altro che lo Spi è categoria al momento abbastanza assestata sulla mozione Uno, quella che ha come primo firmatario Guglilemo Epifani. Per protesta, i componenti la Commissione di Garanzia della mozione Due hanno deciso di autosospendersi, e hanno indetto una assemblea, dopodomani in Cgil, «per assumere tutte le iniziative necessarie a ripristinare trasparenza e legittimità nelle procedure congressuali».