La lotta di Alcatel In Italia la crisi non lascia tregua
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Seconda notte in azienda per gli operai dell’Alcatel di Battipaglia, Salerno. Pietro, Umberto e Giacomo, da lunedì sono barricati dentro, minacciano di darsi fuoco, e non usciranno se non verrà trovata una soluzione alternativa allo spezzatino previsto dal gruppo di tlc. Difendono così il loro posto di lavoro, come fecero a settembre. Anche allora, esasperati dall’assenza di prospettive, si chiusero nello stabilimento armati di taniche di benzina. Poi tutto rientrò: intervenne il governo che prospettò per Alcatel un futuro nella partita sulla banda larga. Una partita mai iniziata. Ieri il sindaco di Salerno e candidato del centrosinistra alle regionali campane, Vincenzo De Luca, è andato a trovare i colleghi dei tre operai, riuniti in presidio davanti allo stabilimento. Sull’ipotesi di una cessione del ramo d’azienda, l’esponente Pd ha detto: «Ben vengano gli imprenditori con piani industriali seri». Intanto non troppo distante, a Sant’Anastasia, Napoli, prosegue davanti al municipio la protesta dei sei vigili urbani ai quali - dopo tre anni - non è stato rinnovato il contratto. Ieri mattina hanno iniziato uno sciopero della fame. E questa sera la cittadina partenopea farà una fiaccolata di solidarietà. Al ministero della Salute si è tenuto il primo incontro tra la Glaxo, multinazionale inglese del farmaco che ha annunciato la chiusura del centro di ricerche di Verona (500 ricercatori), e il viceministro Ferruccio Fazio. Dal faccia a faccia - per ora - è venuto fuori solo l’impegno «per una fattiva collaborazione finalizzata alla ricerca di soluzioni che non disperdano il patrimonio di conoscenza maturato dall’azienda nel nostro Paese». Almeno questo è quello che ha chiesto l’esponente di governo. A Milano invece i sindacati hanno incontrato il vicepresidente della Regione, Gianni Rossoni. Sul tavolo la questione della Novaceta di Magenta, che ha bloccato la produzione. A breve non si intravedono soluzioni, per questo i quattro operai che ormai da due mesi vivono sul tetto dell’azienda tessile resteranno lì.
Si preparano alla cassa integrazione invece oltre undici mila lavoratori della Alenia Aeronautica, che ieri ha attivato le procedure di Cig ordinaria per tutti i suoi stabilimenti, escluso quello di Grottaglie, Taranto. Lo stop riguarderà tutti ma per un solo giorno alla settimana fino alla fine dell’anno. E mentre in casa Telecom si parla di possibili fusioni e piani industriali, i sindacati hanno proclamato per il 15 febbraio lo sciopero nazionale dei dipendenti del servizio 119 (ex Tim). Qui i problemi sono «l’assenza di certezze anche in relazione all’annunciato piano industriale, e la riapertura delle trattative sulla turnistica contro la partenza unilaterale
dell’azienda».