11/9/2012 ore: 8:07

La Fnac taglia l`Italia, a rischio 600 dipendenti

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«Non sussistono più le condizioni per una attività in proprio». Con un solo rigo il colosso francese dei meganegozi di musica e video, Fnac, fa piombare nel panico i 600 dipendenti italiani del gruppo. 8 negozi di altrettante città potrebbero chiudere perché non considerati più strategici per il colosso francese.
Nonostante i bilanci in attivo degli ultimi anni. E i lavoratori sono all`oscuro della loro sorte.
«Da gennaio scorso chiediamo di sapere il nostro destino, nessuna risposta. Abbiamo anche chiesto, tramite i sindacati, contatti diretti con la Francia, siamo stati ignorati», dicono Enrico Calligari e Andrea di Eva, rappresentanti sindacali Filcam Cgil Fnac di Roma. I mesi passano, i lavoratori sono senza risposta. «Sappiamo che Fnac non ha intenzione di investire, se al 31 dicembre non compare un compratore siamo a casa. Saremo dismessi. Noi ci auguriamo si palesi qualcuno perché i nostri negozi sono realtà consolidate nelle città dove sono presenti, ma chi investe in cultura oggi?». I lavoratori hanno dunque intrapreso una serie di iniziative. La prima a Genova dove i dipendenti Fnac stanno già in cassa integrazione perché lo store ha subito danni pesantissimi durante l`alluvione. Poi, la settimana scorsa a Milano, durante la Fashion Night. «Il motivo è semplice - spiegano Calligari e Di Eva - il gruppo Ppr di Francois-Henri Pinault che detiene Fnac ha anche marchi del lusso italiano, da Gucci a Bottega Veneta a Brioni, l`orientamento è più lusso e meno grande distribuzione ma ci chiediamo perché la multinazionale compra marchi italiani senza investire in Italia né in termini di lavoro né in quelli di cultura. Compra, non lascia nulla e fa terra bruciata». I lavoratori però, tramite i gruppi creati sui social network (come
"Salviamo la Fnac") sperano di creare intorno alla vertenza il consenso dei tanti consumatori e appassionati che in questi anni hanno trovato nella Fnac un punto di riferimento. A partire da personaggi delle musica e dello spettacolo che, lanciati magari proprio dal colosso francese, secondo i dipendenti non esiterebbero a schierarsi con loro.
«SALVIAMO LA FNAC»
«Fnac in alcune città è uno dei pochi avamposti culturali. A Napoli è una delle pochissime librerie rimaste in centro, a Milano è un punto di riferimento per la musica e la tecnologia da 10 anni, a Roma l`apertura è recente ma già è un successo. E` una presenza non neutrale sul territorio, ha una forte identità, è una mancanza che potrebbe diventare rumorosa». Ora i giovani dipendenti (età media 35 anni, contratti sui 1100 euro al mese) stanno pensando a nuove iniziative: il 13 settembre a Roma, il 18 a Firenze. «Abbiamo fiducia nella vendita ma non ci facciamo illusioni, siamo consapevoli che è un modello particolare ma anche c`è passione intorno a Fnac e noi ci faremo sentire».

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