7/6/2010 ore: 10:14

La crisi affonda Zapatero Sindacati in rivolta

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La crisi economica trascina il governo spagnolo sempre più in basso nel giudizio dei cittadini. Un sondaggio d’opinione pubblicato ieri dal quotidiano El Pais, rivela che il partito socialista del premier Luis Zapatero è indietro dieci punti percentuali e mezzo rispetto all’opposizione di centrodestra. È la stessa distanza fotografata da un’altra indagine demoscopica una settimana fa. Pur essendo in netto vantaggio, se si andasse a votare oggi, il Partito popolare non otterrebbe però la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento.
IL MERCATO DEL LAVORO
Unritorno anticipato alle urne peraltro non è un’ipotesi campata per aria, anche se lo stesso sondaggio divulgato ieri, vede la popolazione spagnola divisa esattamente a metà sull’argomento. Su due spagnoli, uno lo vuole, l’altro ritiene che Zapatero debba restare in sella e assumersi la responsabilità di fronteggiare i gravi problemi del Paese sino al termine della legislatura, cioè per altri due anni. Se l’esecutivo a guida socialista sia in grado di reggere si capirà nelle prossime settimane. In ballo è il varo di una riforma del mercato del lavoro che rischia di mandare il governo in rotta di collisione con una parte consistente della propria base elettorale e con i sindacati in particolare. Le norme contenute nel progetto di legge consentirebbero ai datori di lavoro di aggirare i veti sindacali nel ridurre le paghe dei dipendenti, qualora dimostrino di essere in difficoltà finanziarie. Attualmente gli abbassamenti salariali sono applicabili solo se le rappresentanze sindacali danno il via libera, il ché ovviamente non avviene spesso. Il testo di legge preparato
dal governo invece attribuirebbe la decisione ad una commissione arbitrale indipendente. Un altro punto delicato della riforma abbassa drasticamente il valore dell’indennita di licenziamento che l’azienda è tenuta a versare, sempre se si trova in stato di crisi. Oggi lasommacorrisponde al compenso per 45 giornate lavorative. Potrebbe scendere sino a 20.
CON O SENZA IL CONSENSO Zapatero sembra deciso ad andare avanti anche senza l’approvazione delle parti sociali. Le consultazioni con imprenditori e sindacati continueranno,ma«qualunque cosa accada, il governo approverà la riforma il prossimo 16 giugno», ha dichiarato la vice-premier Maria Teresa Fernandez de la Vega. «Sino a quel momento -ha aggiunto Fernandez-dovremmo essere prudenti e consentire la prosecuzione dei colloqui senza alcuna forma di pressione. Siamo sempre in favore del dialogo e del consenso». Domani le maggiori organizzazioni sindacali scenderanno in sciopero per protestare contro l’insieme delle misure di austerità preparate dal governo per fronteggiare la crisi. Un blocco completo delle attività lavorative potrebbe essere proclamato successivamente,
se fallissero i negoziati sulla riforma del mercato del lavoro.

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