La Coop denuncia i vincoli alla riforma del commercio
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Mercoledì 20 Dicembre 2000 italia - economia La Coop attacca il Governo e denuncia i vincoli alla riforma del commercio: «Concorrenza falsata». Sotto accusa le misure su sottocosto e vendite promozionali MILANO. Il gruppo Coop ha deciso di passare all’attacco per denunciare pubblicamente, con una campagna pubblicitaria sui principali quotidiani, alcune decisioni governative giudicate dirigistiche e contrarie agli interessi delle aziende della distribuzione moderna e dei consumatori.
Gli strali del gruppo leader nella distribuzione italiana di prodotti di largo consumo, con un fatturato superiore ai 16mila miliardi di lire, colpiscono tre provvedimenti attualmente in discussione tra Parlamento e Governo. Provvedimenti accomunati dal fatto di «restringere pesantemente la concorrenza — sottolinea una nota della Ancc-Coop — impedendo ai cittadini di usufruire di prezzi più bassi come più volte sottolineato dalla Autorità antitrust». Provvedimenti — aggiungono alla Coop — che non possono non suscitare allarme perchè rappresentano un freno alla modernizzazione del terziario e antepongono gli interessi delle categorie economiche alle aspettative dei consumatori e alla loro libertà di acquisto.
Innanzitutto Coop si schiera a spada tratta contro il provvedimento di limitazione delle vendite sottocosto varato in estate dal Governo e oggi all’attenzione della Camera per la redazione dei pareri. «Lo schema di decreto sulle vendite sottocosto — sottolinea la nota Ancc-Coop — lungi dal rappresentare una disciplina innovativa si configura come una vera e propria riduzione finendo per colpire i consumatori, per alimentare tendenze inflazionistiche e quindi impedire il rilancio dei consumi». Un provvedimento da rivedere profondamente, aggiunge Remo Checconi, vicepresidente dell’Ancc-Coop, vista la necessità di andare incontro agli interessi delle famiglie in un momento in cui c’è la necessità di controllare la dinamica dei prezzi e di rilanciare i consumi.
Va poi rimarcato il fatto che sul decreto relativo alle vendite sottocosto in Parlamento c’è un confronto serrato. Le imprese industriali, capitanate da Centromarca, hanno chiesto da anni un provvedimento per bloccare i supersconti. Confcommercio e Confesercenti hanno appoggiato questa linea in difesa dei piccoli dettaglianti messi sotto pressione dalla capacità competitiva sui prezzi esercitata dai grandi gruppi, stranieri in pole position. In difesa dei vincoli al sottocosto si sono schierate anche Faid e Federcom (entrambe aderenti a Confcommercio), con la richiesta di abbassare la soglia di attenzione antritrust nei confronti dei possibili comportamenti contrari alla libera concorrenza. È invece contraria a posizioni dirigistiche l’Ancd-Conad. E l’Autorità Antitrust ha più volte lanciato l’altolà nei confronti di iniziative dirigistiche o di intese che preludessero ad accordi collusivi. Da ultimo anche il Consiglio di Stato ha esposto pesanti rilievi al testo del Governo. Ora la parola tocca al Parlamento che dovrà esprimersi sul decreto nell’arco di qualche settimana.
Nel mirino di Coop anche il regolamento dell’Industria che disciplina le vendite promozionali (criticato da tutta la distribuzione moderna italiana) e il divieto agli sconti superiori al 10% per i libri.
Vincenzo Chierchia
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