8/5/2002 ore: 9:36

La Cgil all´attacco sui salari "Politica dei redditi gettata via"

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LA POLEMICA
 
Il direttivo approva la piattaforma su ammortizzatori, parasubordinati e contenzioso
 
La Cgil all´attacco sui salari "Politica dei redditi gettata via"
 
 
 
Rinnovata la segreteria: le donne passano da due a cinque
 
RICCARDO DE GENNARO

ROMA - «Il sottosegretario Sacconi conferma la validità della politica dei redditi a fronte dell´allarme salari? Sono parole singolari. È stato proprio il governo a buttare la politica dei redditi e la concertazione nel cestino. È anche scritto nei loro atti ufficiali, la politica dei redditi non serve più». Il segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati, accusa l´esecutivo di voler «andare avanti per conto proprio, senza confrontarsi col sindacato» e di essere «alla continua ricerca di pretesti per dividere i sindacati». E ribadisce ancora una volta: «Vuole che ci sediamo al tavolo della delega sul mercato del lavoro? Allora stralci la parte che riguarda le modifiche all´articolo 18 e l´arbitrato: ipotesi come quella di trasferire le modifiche all´articolo 18 dalla delega in un ddl sul sommerso non meritano una parola di commento».
Cofferati ha presentato ieri i tre nuovi ingressi in segreteria (tre donne, che portano a cinque su 11 le presenze femminili: Morena Piccinini, Marigia Maolucci e Paola Agnello Modica), nonchè le proposte di riforma che la Cgil intende ora sottoporre all´esame di Cisl e Uil e poi portare al confronto con il governo. Riguardano il rafforzamento degli ammortizzatori sociali («cassa» e indennità di disoccupazione), l´estensione dell´articolo 18 ai parasubordinati «che hanno un rapporto di lavoro a tempo indeterminato», l´accelerazione del processo del lavoro, attraverso un arbitrato volontario nel quale l´arbitro dovrà essere vincolato alle leggi e ai contratti esistenti.
«È chiaro che hanno un costo, al contrario dell´idea del governo di distruggere i diritti, che non costa niente», polemizza Cofferati, che valuta perlomeno in 5 miliardi di euro («la metà di quanto ci vorrebbe realmente per allinearsi con l´Europa») il prezzo dei nuovi ammortizzatori sociali (in particolare l´innalzamento dell´indennità di disoccupazione dal 40 al 60 per cento dello stipendio e il prolungamento della durata a anno). Quanto al contenzioso del lavoro, compreso quello che riguarda i licenziamenti, i tempi vanno drasticamente tagliati.
Ma torniamo alla delega sul mercato del lavoro. Anche il segretario Cisl, Savino Pezzotta, ieri è stato chiaro: «Credo che dopo lo sciopero generale sia ora che ci si veda, se questo non dovesse avvenire la pazienza ha i suoi limiti: o l´esecutivo ci convoca in tempi brevi o riprenderemo le iniziative di lotta». Il ministro Marzano, però, assicura: «Convocazione quando torna Maroni», che rientra dagli Usa domenica. Dopo l´approvazione dell´art.1 da parte della commissione lavoro del Senato, il relatore Oreste Tofani (An) - spalleggiato dal sottosegretario al Welfare, Sacconi - proporrà oggi di discutere gli articoli relativi agli incentivi (art.2) e agli ammortizzatori sociali (art.3) in coda al provvedimento, insieme all´articolo 10, quello che contiene le deroghe all´articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. È forse riconducibile a questa mossa l´incontro che ieri il leader Uil, Luigi Angeletti, ha avuto con il presidente del Senato, Marcello Pera. Favorevole alla proposta Tofani è Tiziano Treu (Margherita), mentre i Ds - che chiedono lo stralcio dell´art.10 - hanno annunciato che voteranno contro.

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