(Del 28/7/2002 Sezione: Cronache italiane Pag. 8)
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RILANCERÀ IL MASTERPLAN PER LO SVILUPPO IMMOBILIARE DI 2400 ETTARI |
La bandiera italiana sugli ex domini dell´Aga Khan |
Una cordata di imprenditori sardo-veneti ha comprato la Costa Smeralda |
PORTO CERVO Il cartello con la scritta «vendesi», o per meglio dire «for sale», campeggiava da tempo sul regno che fu dell´Aga Khan. Si diceva che il paradiso delle vacanze dovesse essere acquistato dal finanziere a stelle e strisce Tom Barrack. E invece no, la Costa Smeralda è pronta a innalzare le insegne di una cordata di imprenditori sardo-veneti che lascerà al venditore - la società americana Starwood - la gestione degli alberghi da sogno e si occuperà invece di rilanciare il «masterplan» per lo sviluppo immobiliare di 2400 ettari. L´accordo è chiuso, ma verrà perfezionato in settembre, al termine della verifica dello stato patrimoniale e contabile. Allora verrà definitivamente stabilito il prezzo, che oscilla attorno ai 350 milioni di euro. E a quel punto potrebbe anche rientrare il pista anche il principe ismaelita che, nonostante le delusioni inflittegli dai politici isolani, non ha mai reciso il legame affaristico-affettivo con l´impero creato, con una geniale intuizione, sulle coste della Gallura quarant´anni fa. Le trattative per il passaggio di mano di hotel extralusso e di terreni che valgono oro si sono svolte a lungo al riparo da sguardi indiscreti. Si era parlato, in passato, di un interesse di gruppi italiani e nello scorso dicembre Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera offrirono 500 miliardi di lire. Meno di quanto era disposto a spendere - 670 miliardi - Tom Barrack. Il presidente del colosso finanziario-immobiliare Colony Capital nei mesi scorsi si era accreditato come favorito per la conclusione dell´affare, tanto da avviare contatti diretti sul «masterplan» col presidente della Regione Sardegna, Mauro Pili. L´altro giorno, invece, ha annunciato la decisione di ritirarsi dalla gara. L´ha costretto alla rinuncia l´affondo di un´inedita alleanza - 50% a componente - tra imprenditori sardi e del Nord-Est. Ne fanno parte Guglielmo Tabacchi, forte della liquidità ottenuta con l´uscita dall´azienda di famiglia, la Safilo; i De Rigo (ancora settore ottico, con i marchi Prada, Police, Lozza, Fendi, Sting), forse coinvolti nella compravendita da un manager del gruppo, il nuorese Maurizio Desolis; e la società Forma Urbis dell´architetto padovano Pietro Gallina e della famiglia Tofano. Quest´ultima ha rilevato i terreni acquistati dal fondatore della Standa, Monzino, sul finire degli Anni `50, nel sud della Sardegna, tra Capo Teulada e Zapo Malfatano, dove ha in programma di costruire alberghi e ville. I cavalieri dei Quattro Mori lanciati alla conquista della Costa sono l´architetto Francesco Loi (consigliere di amministrazione del Banco di Sardegna, amministratore e maggior azionista della finanziaria di famiglia proprietaria di alberghi), l´imprenditore Antonio Corbeddu, gallurese come il socio, che ha molto costruito nella Sardegna settentrionale, titolare, tra l´altro, degli hotel Smeraldo Beach di Baia Sardinia e Colonna a Roma) e il professionista cagliaritano Remigio Paglietti, consulente della Ciga. Nell´affare ha un ruolo anche la Sfirs, finanziaria dell´amministrazione regionale isolana: inizialmente avrà una quota del 7%, destinata a scendere al 2% e poi ad azzerarsi, quando verranno trovati altri imprenditori sardi disposti a rilevare la partecipazione. Se non sorgeranno intoppi, a settembre, ultimate le verifiche patrimoniali, il gruppo pagherà in contanti il prezzo pattuito (le linee di credito sono garantite dall´Antonveneto e dal Banco di Sardegna). A quel punto passeranno di mano i quattro alberghi della catena Luxury Collection (Cala di Volpe, Romazzino, Pitrizza e Cervo), quattro ristoranti (Pomodoro, Pomodoro 2, Pescatore e Grill), oltre al Pevero, al Cervo Tennis Club, allo Sheraton Conference Center e forse il porto di Porto Cervo. Riconoscendo di aver tutto da imparare nel ramo, gli imprenditori del gruppo sardo-veneto lasceranno la gestione degli alberghi alla Starwood, che avrà il totale controllo del management e anche del settore prenotazioni. In una fase successiva potrebbe essere coinvolto nell´operazione l´Aga Khan, che non ha mai nascosto il suo interesse per i cantieri navali e che resta, probabilmente, la figura chiave per riavviare il motore del «masterplan» dal quale dipendono le sorti dei 12 alberghi di lusso, dei campi da golf, dei centri commerciali e le ville da realizzare su 2400 ettari. Settimo Nizzi e Piero Filigheddu, sindaci di Olbia e di Arzachena, i centri interessati al cambio di proprietà, hanno chiesto all´unisono «una linea di continuità con il passato e uno sviluppo armonico dell´area, per tutelare il prestigio» della Costa Smeralda. E hanno puntualizzato la decisione di opporsi a ogni ipotesi di frazionamento del paradiso delle vacanze tra i vari alleati italiani. |
Corrado Grandesso
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