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l'Italia scopre la «ripresa senza consumi»

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    marted? 16 maggio 2006

    Pagina 35 - Economia


    E l’Italia adesso scopre
    la ?ripresa senza consumi?
      Bini Smaghi: troppi settori protetti, riforme del lavoro un punto di forza

      Federico Fubini
        A inizio decennio in America andava di moda la jobless recovery , una ripresa dell’economia incapace di creare lavoro. Ora anche l’Italia e l’Europa sperimentano un’uscita anomala dalle secche della bassa crescita: la fiducia delle imprese ? ai massimi dall’euforia tecnologica di fine anni ’90, i profitti hanno fatto lievitare le Borse, i gruppi europei battono quelli nordamericani almeno per la temperatura della loro febbre da fusioni. Ma l’umore delle famiglie resta cupo, molto peggio che dopo gli attacchi alle Torri gemelle. Nei supermarket, certi prezzi iniziano a scendere.
          ?I consumi non riprendono per mancanza di stimoli, non c’? offerta di prodotti nuovi? ha spiegato ieri al CorrierEconomia il presidente del Censis Giuseppe De Rita. Banchiere centrale europeo, economista formatosi a Chicago, Lorenzo Bini Smaghi preferisce invece ricordare che ogni ripresa dovrebbe superare almeno quattro tappe: riparte l’export, le imprese investono per tenere il passo, creano nuovi posti ed ? poi l’aumento dell’occupazione a rilanciare i consumi. ?In Europa siamo tra la prima e la seconda fase - spiega Bini Smaghi, che siede nell’esecutivo della Banca centrale europea -. Non si vede ancora una crescita sostenuta dei consumi, condizione necessaria per la sostenibilit? della ripresa?. L’anello mancante porta il nome astratto di produttivit?, parola- mantra degli economisti per definire l’efficienza che permette a ogni lavoratore di creare pi? valore per ogni ora in azienda: per Bini Smaghi ?solo cos? possono aumentare il reddito disponibile e i consumi?. Invece, ammonisce, ?i dati sulla produttivit? tendono a suggerire che l’accelerazione dell’economia in Europa ? soprattutto congiunturale. Alla lunga rischia di non essere sostenibile?.
            Cosa ci? significhi per il futuro di mutui e prestiti non ? chiaro forse neanche alla Bce. ?L’aumento progressivo dei tassi d’interesse - si limita a dire Bini Smaghi - ? coerente con la ripresa in atto, soprattutto dopo un periodo di tassi molto bassi, e con la necessit? di contrastare pressioni inflazionistiche?. Ma per l’Italia il messaggio ? inequivocabile. Un mercato del lavoro pi? elastico le d? il vantaggio su Francia o Germania di un sistema pronto a reagire e creare posti, nota il banchiere. Ma per Paolo Onofri non ? detto che i consumi ripartiranno: ?Gli italiani risparmieranno per la vecchiaia o per paura di una disoccupazione senza reti di sicurezza?, dice l’economista di Prometeia.

            Anche cos?, nella sfida globale a snidare le inefficienze non ci sono porti sicuri. E gli italiani, bench? in ripresa, soffrono di una guerra civile nella loro economia. L’inflazione ? poco sopra al 2%, ma quella di tariffe e servizi come gli aerei, il gas, l’acqua, la benzina i pedaggi o l’Rc auto ? sopra al 6%. ?La crescita di produttivit? si ? avuta nei settori esposti alla concorrenza internazionale, dove i guadagni si sono ottenuti espellendo lavoro e investendo in tecnologie - avverte Bini Smaghi - I servizi e la distribuzione sono in forte ritardo?. Restano lontani gli Usa, la Gran Bretagna o gli scandinavi, dove i settori interni sono liberalizzati e efficienti, non bastoni fra le ruote di chi concorre con l’estero. Paolo Garonna, economista Onu, ? cos? d’accordo da declinare in modo nuovo il conflitto di classe: non fra salari e profitti, ma fra chi fa concorrenza nel mondo e chi gli impone sovraccosti di rendita in casa.

            Solo che l’Italia ha un’anomalia in pi?: nell’?ra della globalizzazione, avverte Bini Smaghi, si chiude al mondo. L’export e l’import del Paese fanno una parte del prodotto molto sotto a quelle di Francia, Germania o Gran Bretagna. ?Il sistema finora si ? dimostrato poco capace di cercare nuovi mercati. Tende a chiudersi?, dice il banchiere. E sar? anche che i consumi ora rimbalzeranno un po’, come prevede Anna Grimaldi di Banca Intesa. Ma per Bini Smaghi serve una terapia pi? radicale: ?Gli aumenti dei salari vanno parametrati ai guadagni di efficienza, non al tentativo di compensare le inefficienze dei settori protetti. Va ridotta l’inflazione interna sotto la media europea?. O addio consumi, e addio anche alla ripresa.

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