L’Istat: Vendite al dettaglio +2,3%
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L’Istat: la crescita tendenziale in salita rispetto al 2% di gennaio
 Febbraio sveglia i consumi Vendite al dettaglio +2,3% Elio Pagnotta
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ROMA Migliora l’andamento delle vendite al dettaglio. Secondo l’Istat in febbraio il valore corrente delle vendite del commercio fisso al dettaglio è aumentato del 2,3% rispetto allo stesso mese del 2000 (l’indice base 1995=100 è risultato pari a 99,4). Il persistere di un sensibile distacco tra vendite e dinamica dei prezzi, che sempre nel febbraio 2001 era salita al 3% annuo (e in aprile potrebbe essersi portata anche più in alto), ribadisce insomma una situazione di disagio che si è rivelata particolarmente intensa nel settore alimentare, dove il valore delle vendite è salito dell’1,3% appena. Va meglio al contrario nei settori non food, che beneficiano di una crescita del 3 per cento. L’aumento è risultato più vivace nelle regioni settentrionali (+2,5%), per affievolirsi di qualche decimale in quelle centrali (+2,3%) e ridursi più sensibilmente (+1,8% appena) in quelle meridionali. Sempre nel febbraio 2001, il gruppo caratterizzato dall’aumento tendenziale più elevato è stato quello dei prodotti farmaceutici (+7,2%), seguito da calzature e cuoio (+4,1%) e abbigliamento (+3,7%). Completamente ferme le vendite del comparto profumeria. L’andamento delle vendite intanto continua a penalizzare gli esercizi più piccoli. La crescita delle imprese minori (fino a 2 addetti), spesso a conduzione familiare, non va infatti oltre un modesto +0,2%. Vanno meglio le aziende di medie dimensioni (da 3 a 5 addetti), che beneficiano di un incremento dell’1,8 per cento. Per le grandi aziende, quelle con almeno 20 addetti, la crescita balza al 5,7%. Da segnalare per quanto riguarda la grande distribuzione, capace di una crescita del 9,1% addirittura, che sono le vendite dei grandi magazzini a marciare più speditamente (+19,8%). Ottimi affari anche per gli esercizi specializzati (+11,5%) e i supermercati (+9,3%). Un po’ in ombra gli hard discount, dove l’aumento si limita al 2,3 per cento. Nei primi due mesi 2001 l’aumento non va oltre il 2,2 per cento. Il presidente della Confesercenti Marco Venturi valuta con preoccupazione i dati sulle vendite al dettaglio. «Se vogliamo che ci sia il commercio urbano, composto del tessuto dei negozi, dobbiamo fornire ad essi gli strumenti adatti» dice Venturi indicando nell’aggravarsi della forbice tra grande e piccola distribuzione, la peculiarità di febbraio rispetto agli altri mesi. La grande distribuzione incassa addirittura un +13,4% per quanto riguarda i prodotti non alimentari, mentre le imprese piccole continuano ad arretrare. «La volontà imprenditoriale c’è nel commercio come dimostrano i dati sulle nuove imprese — aggiunge Venturi — si tratta di incoraggiarla e indirizzarla, con la riduzione degli oneri fiscali sulle Pmi che sono tra l’altro quelle più esposte al rischio criminalità e l’adozione di incentivi che favoriscano l’associazionismo». Venerdì 27 Aprile 2001
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