26/3/2002 ore: 10:05

L´ira di An e centristi, Berlusconi convoca un vertice

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(Del 26/3/2002 Sezione: Interni Pag. 2)
DOPO LE DICHIARAZIONI DEI MINISTRI CONTRO COFFERATI, CHIESTO UN CHIARIMENTO NELLA MAGGIORANZA: OGGI SUMMIT A PALAZZO GRAZIOLI
L´ira di An e centristi, Berlusconi convoca un vertice
«Da Lega, Martino e Sacconi parole in libertà»



ROMA

Il centrodestra si spacca sulla linea da tenere nei confronti dei sindacati. Stretto tra Gianfranco Fini e Umberto Bossi, che hanno posizioni diametralmente opposte, Silvio Berlusconi ha convocato per oggi all´ora di pranzo un vertice di maggioranza. Sarà quella la sede per un chiarimento nella Casa delle Libertà, che viene sollecitato da An e dai centristi della coalizione. La tensione, nel centrodestra, è stata alta fin dalle prime ore di ieri. Le dichiarazioni molto dure dei ministri Antonio Martino e Umberto Bossi, e del sottosegretario Maurizio Sacconi, pubblicate da alcuni giornali, accendevano la miccia. La Cgil, messa sul banco degli imputati e accusata di contiguità con il terrorismo da questi esponenti del governo, reagiva con fermezza e il suo segretario, Sergio Cofferati, annunciava che non avrebbe partecipato all´incontro di oggi, con l´esecutivo, per riprendere il confronto sulla legge delega riguardante il lavoro, a meno che Berlusconi non avesse censurato Martino, Bossi e Sacconi. Era a quel punto che i malumori, fino ad allora rimasti sotto traccia, di alcuni alleati del premier venivano allo scoperto. E che riaffioravano le divisioni tra le due linee presenti nella maggioranza: quella rappresentata da An e Ccd e quella, invece, di Bossi e Giulio Tremonti. Fini era nero. Il leader del Ccd Marco Follini non nascondeva la propria inquietudine. Il premier tentava di rassicurarli e preparava una «nota riparatoria» per allentare la tensione. Nel frattempo, Fini incaricava il portavoce del suo partito, Mario Landolfi, di prendere posizione. «Ci sono esponenti del governo - affermava Landolfi in un comunicato - che si lasciano prendere da eccessi verbali senza rendersi conto di danneggiare innanzitutto l´esecutivo. An confida nelle capacità di Berlusconi di rasserenare il clima». Sulla stessa lunghezza d´onda Follini, che, con un´altra nota, sollecitava l´intervento del premier e affermava: «Occorre una grande misura di civilità e di serenità: due valori che in alcune parole pronunciate da membri del governo sembrano essere del tutto dimenticati». Di lì a poco arrivava il comunicato di Palazzo Chigi. «In momenti di forte contrapposizione come questo - si leggeva in quella nota - i fatti debbono prevalere sulle parole. E i fatti sono che la presidenza del Consiglio ha preso l´iniziativa di convocare le parti sociali. Proprio in questo invito è chiara e implicita la convinzione del governo che non esistano collusioni, ambiguità o contiguità del sindacato nei confronti del terrorismo». Quella nota sembrava soddisfare centristi e An, anche perché Berlusconi sollecitava a una maggiore compattezza gli alleati di governo, ma veniva giudicata «insufficiente» da Cofferati e non placava le polemiche dell´opposizione. Da Fausto Bertinotti a Massimo D´Alema, da Francesco Rutelli a Piero Fassino, l´Ulivo e Rifondazione facevano fronte comune e sparavano bordate contro il governo accusato di voler distruggere il sindacato e di far salatare la normale dialettica democratica. Mentre il centrodestra cercava faticosamente di ritrovare l´unità perduta, e Martino precisava il senso delle sue dichiarazioni, accusando il sindacato di aver avuto reazioni «eccessive» e «pretestuose», ecco arrivare alcune dichiarazioni di fuoco di Bossi, che riaprivano la polemica nella maggioranza. I terroristi, diceva il ministro delle Riforme, «sono i figli di un´esasperata protesta sindacale». Parole, queste, che né An né i centristi potevano accettare. Netta, la presa di posizione di Alleanza nazionale: «Non è possibile - sottolineava Landolfi - che all´interno della coalizione ci possano essere comportamenti a dir poco autolesionistici. E´ indispensabile un chiarimento». Chiarimento definito «urgente» dal ministro Altero Maetteoli, uno degli esponenti di An più vicino a Fini. Anche Follini tornava a stigmatizzare «lo scontro frontale» e lanciava un appello: «Bisogna abbassare i toni di molti decibel». E un altro centrista, il ministro Rocco Buttiglione dichiarava: è necessario chiarire la linea del governo, perchè nel nostro programma non c´è la guerra totale al sindacato. A tarda sera Berlusconi, dopo aver rinviato a data da destinarsi l´incontro con Cgil, Cisl e Uil, incontrava a cena Bossi, per cercare di placare l´irruento alleato: oggi il vertice di maggioranza, per un chiarimento che non si preannuncia indolore.
Maria Teresa Meli

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