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Martedì 24 Luglio 2001
PERPLESSI I SINDACATI PER I QUALI È PRESTO PER DIRE CHE IL DATO SIA CONSOLIDATO: «MOLTO DIPENDE DALL’ANDAMENTO FUTURO DEL MERCATO PETROLIFERO»
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L’inflazione rallenta e torna sotto il 3% |
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Secondo le anticipazioni delle città campione per il mese di luglio i prezzi sono cresciuti del 2,8% grazie ai cali nei trasporti e nelle Tlc |
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Raffaello Masci ROMA La benzina ha fatto marcia indietro, la concorrenza nelle telecomunicazioni ha indotto una contrazione delle tariffe, la voce «trasporti» ha dato requie alle famiglie e così, da un mese a questa parte, la corsa dei prezzi si è bloccata e l’inflazione congiunturale - quella che viene rilevata un mese sull’altro - è stata pari a zero, con una ricaduta positiva su quella tendenziale (calcolata su base annua) che si è assestata sul 2,8%: lo 0,2 in meno rispetto al mese di giugno. Un segnale positivo - indubbiamente - ma che lascia perplessi i sindacati in quanto si tratterebbe di un dato ancora non consolidato e troppo dipendente dagli umori del petrolio. Confindustria, invece, vi legge uno scatto di reni dell’economia che, se adeguatamente assecondato, potrebbe portare ad un raffreddamento dei prezzi fino a raggiungere per l’anno venturo un valore dell’1,5%, addirittura più lusinghiero dell’1,7% programmato dal governo. Ma per ora, l’unico dato certo è quello rilevato dalle città campione, che vede il lieve calo di cui sopra, dovuto soprattutto alla riduzione del prezzo dei combustibili: la benzina è scesa di quasi cento lire, e la spesa per i trasporti ne ha beneficiato, così come - rilevano gli uffici statistici delle città - l’abitare costa di meno, ma sempre per movimenti di prezzo legati al petrolio e al gas da riscaldamento. Il calo dell’inflazione - dicono gli analisti - sarebbe stato ancora più consistente se non si fosse assistito ad un incremento degli alimentari, specie le verdure, la frutta e, in minima parte, le carni (in lieve ripresa dopo mucca pazza e afta epizootica). In linea con l’aumento del comparto alimentare (dell’ordine dello 0,2-0,3%) anche l’alberghiero, la ristorazione e i pubblici esercizi (ma questi potremmo definirli assestamenti stagionali, data la concomitanza con le vacanze). In alcune città del nord - Bologna e Milano specialmente - continua la spinta inflazionistica nel comparti Rc auto che, nonostante gli interventi di liberalizzazione dei premi, hanno fatto registrate incrementi fino al 10%. In generale, comunque, le cose volgono al meglio, secondo Confindustria: «Il dato dell'inflazione a luglio conferma le previsioni e rende possibile porsi obiettivi anche più ambiziosi per l'inflazione programmata del 2002», ha detto Giampaolo Galli, direttore Centro Studi, che ipotizza per l’anno prossimo un traguardo «realistico» dell’1,5%. Ipotesi subito bocciata dal responsabile economico del ccd Ettore Peretti che ritiene l’obiettivo dell’1,7% l’unico «ragionevole». Più caute di Confindustria, in effetti, appaiono le altre organizzazioni, sia imprenditoriali (come Confcommercio) che sindacali. «I dati di oggi confermano le previsioni di una dinamica inflazionistica attestata intorno al 2,8% medio annuo - afferma una nota di Confcommercio - Tuttavia occorrerà attendere l' autunno per verificare se si è avviato un processo di rientro, seppur lento, dell' inflazione. Ciò che invece va messo in luce è il pesante incremento registrato in alcune tariffe, e nelle polizze assicurative, di fronte al quale non si può non esprimere una forte preoccupazione». Di analogo sentire il segretario confederale della Cisl Raffaele Bonanni, per il quale «occorre intervenire per frenare tutti gli elementi, come tariffe, benzina ed rc auto, che generano inflazione». Tesi ribadita anche dal segretario della Uil Luigi Angeletti. Mentre per Walter Cerfeda, della Cgil, «è irrealistico che l’inflazione in pochi mesi possa calare oltre un punto percentuale sino a quell'1,7% programmato dal governo per il 2002». Quanto al futuro, «le nostre previsioni -ha dichiarato il presidente dell'Unioncamere Carlo Sangalli- sono in linea con il target programmato dal Dpef, ma il processo va governato perché l'accelerazione economica sommata ai rinnovi contrattuali non rende scontato il risultato finale». Concorda anche l’Isae, l' istituto di analisi economica presieduto da Fiorella Padoa-Schioppa: «l'inflazione dell'area dei Paesi dell'euro dovrebbe risultare nella media dell'anno in corso pari al 2,8%, analoga a quella italiana, mentre risulterebbe appena inferiore (1,8% a fronte dell'1,9% in Italia) nel 2002».
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