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L'Europa dei prezzi
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martedì 22 luglio 2003 | |
Pagina 10 - Economia |
L´EUROPA DEI PREZZI
L´Italia ai vertici delle classifiche sui rincari Tariffe, medicine e ristoranti inflazione italiana al top I dati elaborati dalla Camera di Commercio di Milano ROMA - Più di un anno e mezzo con l´euro in tasca eppure ancora rimangono forti differenze nei prezzi dei diversi prodotti e nei ritmi con i quali crescono nei paesi che hanno aderito alla moneta unica. Divari nel tasso di inflazione - e in Italia i prezzi crescono più che negli altri paesi europei ad eccezione di Irlanda, Grecia e Portogallo - e nelle singole categorie di spesa, con differenze anche nell´ordine di dieci punti percentuali. Come sui generi alimentari che hanno prezzi in impennata in Grecia (+9,9%) e in caduta in Germania (-0,8%). In questa classifica le note dolenti per il nostro paese arrivano soprattutto dalle tariffe di energia, gas e acqua, dai medicinali e da ristoranti e alberghi. Questi alcuni dei risultati del confronto elaborato dalla Camera di Commercio di Milano sui dati degli istituti di statistica europei. Una sfida sempre più importante, quella del confronto tra i prezzi, con l´euro che rende ancora più diretta la competizione tra aree locali e nazionali, nella quale secondo Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano, l´Italia raggiunge una posizione intermedia. Tra maggio 2002 e maggio 2003 gli italiani sono alle prese con un tasso di inflazione del 2,9% mentre i tedeschi ne fronteggiano una minore (0,6%) così come anche i francesi (1,8%) o gli spagnoli (2,7%). Alle prese con prezzi che crescono più dei nostri ci sono solo irlandesi (3,9%), greci (3,5%) e portoghesi (3,7%). Luce, gas e acqua sono un vero punto debole dell´Italia le tariffe aumentano del 4% tra maggio 2002 e maggio 2003, con un preoccupante distacco non solo dal Belgio che ha l´aumento più contenuto (0,3%), ma anche dalla Germania (1,3%), dalla Francia (2,6%) e dalla Spagna (2,8%). Forte è anche l´aumento dei prezzi in alberghi e ristoranti, certo non per la gioia delle famiglie italiane e dei tanti turisti, con un +4% che ci mette al non invidiabile terzo posto della classifica insieme alla Spagna, superati solo da Irlanda e Portogallo. A quel punto, potendo, meglio sarebbe andare al ristorante in Grecia (3,2%) o in Francia (2,6) o ancora in Germania (0,3). Insomma, non ci fossero altri costi da sostenere, nonostante la moneta unica, sembra davvero che ancora ci siano i margini per fare del 'turismo´ commerciale. Andare cioè a comprare un telefono in Grecia, dove i prezzi di servizi e apparecchi di comunicazione scendono del 5,9%, ed evitare invece di farlo in Olanda dove salgono del 4%. Non viaggiare in Portogallo, dove i costi legati ai trasporti crescono del 5,1% e invece farlo in tutta tranquillità in Austria dove scendono dell´1,2%. O ancora rinunciare in parte a giocattoli, palestre e strumenti musicali in Irlanda, dove nella categoria ricreazione e cultura i prezzi aumentano del 4,5%, e invece approfittare in Germania di un calo dell´1,2% di questi prezzi. Tutto questo, naturalmente, sempre in base ai dati degli istituti di statistica nazionali che sull´aumento dei generi alimentari in Italia danno un confortante +2,3%. |