L´appello di Napolitano "Più orgoglio nazionale e per i nostri operai"
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GENOVA - I ministri leghisti disertano? Sbarca il presidente della Camera a Quarto, a dare "manforte" al capo dello Stato che, come ha fatto ieri a Genova, rivendica in pieno «l´orgoglio nazionale» per il nostro paese. A sorpresa dunque Giorgio Napolitano stamattina si ritroverà a fianco Gianfranco Fini nel dare il via alle celebrazioni per i 150 anni dell´Unità d´Italia. Prima e terza carica dello Stato, insieme, a rafforzare l´asse fra i due, e a far muro contro gli attacchi leghisti all´anniversario della spedizione dei Mille.
Cerimonia di apertura tormentata, sotto il segno delle polemiche secessioniste e delle dimissioni di Scajola (il ministro ha telefonato a Napolitano per annunciare la lettera di addio), ma con il capo dello Stato deciso a far sventolare ben in alto il tricolore. Come ha fatto all´Ansaldo Energia, discorso non previsto ma vista l´aria che tira meglio precisare subito come stanno le cose. Inno al paese unito, che produce, ai suoi operai e alle sue industrie, ad una nazione chiamata Italia. «Serve - è il richiamo del presidente della Repubblica - più orgoglio nazionale, che è anche orgoglio di ciò che produciamo e dei nostri operai». Gira per i capannoni, stringe le mani dei lavoratori in tuta rossa e dei dirigenti Finmeccanica. «Talvolta ci dimentichiamo che esiste l´industria, talvolta che esiste la classe operaia, ma ora che il nazionalismo con le sue degenerazioni e tragedie è alle spalle possiamo incitare noi stessi ad avere più orgoglio nazionale, dei nostri tecnici e dei nostri operai». Nazione sì, nazionalismo no, per non ripetere i disastri del fascismo. Ora, festeggiare il secolo e mezzo del nostro paese non è un rito stanco e vuoto, passatista, ma anche un messaggio per il futuro. «Celebrare il 150º anniversario dell´Unità d´Italia significa tante cose diverse, verificare da dove veniamo ma anche dove siamo arrivati e dove andiamo». E nell´Italia che resiste ci sono fabbriche come questa, perfino sette anni più vecchia dei Mille (è nata nel 1853). Ma anche l´Itt, l´istituto di tecnologia dove il presidente fa la conoscenza dell´androide «iCub», il robot tuttofare, e il nuovo village dell´elettronica in corso di realizzazione a Erzelli. «Sono qui per celebrare la partenza di Garibaldi ma ritengo che la visita all´Ansaldo non sia un fuor d´opera, quando la si visita si vede che di strada ne abbiamo fatta tanta, e se oggi possiamo tenere il nostro posto con dignità è anche grazie a chi ha lavorato tanto».
Sarà il filo conduttore del discorso di stamattina, a bordo della portaerei Garibaldi attraccata alla stazione marittima (alle 11 diretta tv), dopo aver deposto la corona ai piedi della stele sullo scoglio di Quarto che ricorda la partenza delle camice rosse per Marsala. Alle spalle di Napolitano, il presidente della Camera arrivato anche lui a presidiare i valori dell´unità nazionale. Ma anche i suoi due carissimi nemici: per il governo La Russa e Bondi, il capo del comitato per le celebrazioni che però non ha sconfessato i siluri leghisti. A proposito di Lega, ieri il governatore del Piemonte Roberto Cota ha detto che Bossi ha ragione nel definire «retoriche» le cerimonie per il 150° dell´Unità: «E io come presidnete dei Regione farò in modo che non vengano sprecati soldi».