Ires-Cgil: la ricerca motore di sviluppo al Sud
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giovedì, 13 gennaio 2005
Pagina 3 - Primo Piano
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Un dossier dell'Ires-Cgil sulle nuove tecnologie. |
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La ricerca motore di sviluppo al Sud |
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La ricerca e l'innovazione tecnologica potrebbero e dovrebbero essere uno dei traini di crescita delle regioni meridionali. È questa la tesi del dossier dell'Ires-Cgil, presentato ieri dal presidente Agostino Megale, in cui si analizzano le nuove tecnologie che la società dell'informazione mette a disposizione delle imprese, ma che si dimostrano meno diffuse nel Mezzogiorno. L'innovazione delle imprese italiane tra il 1998 e il 2000, secondo uno studio dell'Ires-Cgil, fa emergere che ´nel comparto dell'industria appare evidente come sull'intero territorio nazionale le imprese abbiano introdotto innovazioni sia di prodotto che di processo, ed in particolare nel Mezzogiorno, dove questo tipo di connotato innovativo supera la media italiana. In ritardo, rispetto alle altre macro regioni, appare l'innovazione legata ai processi produttivi'. Questa linea di tendenza è ribaltata nel comparto dei servizi, in cui il Mezzogiorno supera la media italiana proprio nell'innovazione esclusivamente di processo.
La ripartizione percentuale della spesa per attività innovativa nel comparto dell'industria, continua l'Iref-Cgil ´in particolare nelle regioni meridionali, in cui quasi l'80% della spesa è indirizzata verso l'acquisto di macchinari ed impianti e solo l'11% a ricerca e sviluppo. Questo dato ci aiuta a spiegare, in parte, anche la difficoltà delle imprese meridionali ad avere una significativa percentuale innovativa nei processi di produzione'.
Lo studio ricorda inoltre che la percentuale della spesa effettuata nei processi innovativi nel settore dei servizi, pur più omogenea con le altre aree territoriali, ´mantiene delle significative differenze con il Mezzogiorno' che ha un andamento simile a quello nel Nordest che spende il 20% circa in ricerca e sviluppo (ed è secondo solo al Nordovest), il 45% nell'acquisto di macchinari ed impianti ed il 35% (valore percentuale più basso) in altri tipi di innovazione'.
Per quanto riguarda il comparto a basso contenuto tecnologico, conclude l'Ires-Cgil ´i settori che hanno mostrato nel corso del periodo 1995-2003 tassi di variazione superiore al dato medio territoriale del comparto sono stati quelli dell'abbigliamento (al 7,4%) e quello del tessile (al 6,2%).
Se questa è la situazione' conclude la ricerca ´per far sì che le nostre imprese, sia nel comparto industriale che nel terziario, si impongano sul mercato internazionale è, dunque, imprescindibile il loro sviluppo tecnologico.
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