Iraq, effetto boomerang sui brand Usa
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1 - Iraq, effetto boomerang sui brand Usa 2 - E l'Italia dorme sonni tranquilli ItaliaOggi Numero 097, pag. 17 del 24/4/2003 di Barbara Battaglini
In Germania e Francia un consumatore su dieci boicotterà i prodotti anglosassoni Gli americani boicottano i prodotti francesi per ripicca contro il no alla guerra di Jacques Chirac. Ma succede anche il contrario: secondo un recente sondaggio, commissionato alla Krc research dall'agenzia di relazioni pubbliche internazionale Weber Shandwick, Stati Uniti e Gran Bretagna rischiano di perdere affari per miliardi di dollari in Europa a causa dell'antipatia suscitata dalla guerra all'Iraq. Il 17% dei consumatori francesi, per esempio, si è dichiarato meno disposto ad acquistare prodotti americani, mentre il 10% si è detto pronto a evitare i prodotti inglesi. Situazione analoga in Germania, dove il 13% degli intervistati ha affermato di essere meno propenso all'acquisto di prodotti ´made in Usa', mentre il 10% si prepara a chiudere la porta in faccia ai prodotti inglesi. Anche se va detto che il 9% dei tedeschi è più disposto di prima all'acquisto dei prodotti Usa e il 7% è più favorevole a mettere prodotti britannici nella busta della spesa. Anche i consumatori inglesi, comunque, condividono sentimenti anti-americani: l'11% dei britannici, per esempio, è favorevole al boicottaggio dei prodotti a stelle e strisce e solo il 4% si dimostra più propenso di prima al loro acquisto. Dal sondaggio (condotto attraverso interviste telefoniche svolte tra l'11 e il 13 aprile su un campione di mille persone in ciascun paese: Gran Bretagna, Francia e Germania) emerge, inoltre, che, rispetto a cinque anni fa, la Gran Bretagna è il paese in cui si è verificato il più forte aumento al boicottaggio dei prodotti per porre l'accento su questioni ritenute importanti, come la guerra in Iraq, il lavoro minorile o i problemi ambientali. Gli inglesi insomma sembrano pronti più di prima a sfruttare il loro potere d'acquisto per creare un caso politico o etico. E così, il 39% si dichiara più propenso al boicottaggio rispetto a cinque anni fa, rispetto al 29% che è invece contrario. In Francia il 32% è più favorevole al boicottaggio contro il 35% meno disposto. In Germania il 28% è più propenso e il 56% meno. ´In Francia e Germania', fa notare Colin Byrne, joint chief executive di Weber Shandwick Uk, ´la presa di posizione pacifista dei leader politici e dei principali media si è diffusa anche fra i consumatori. L'opinione pubblica inglese è meno ostile alla guerra, ma la cosa sorprendente è che, in termini generali, i consumatori sembrano essere diventati più politicizzati. Dei tre paesi presi in esame, gli inglesi sembrano maggiormente propensi a far leva sul proprio potere d'acquisto per evidenziare una questione importante che li riguarda'. Le aziende inglesi e americane ´dovrebbero evitare', continua David Brain, l'altro joint chief executive di Weber Shandwick Uk, ´che il marchio di un prodotto venga collegato alla bandiera nazionale. Le multinazionali dovrebbero inoltre enfatizzare le origini locali del prodotto e il contributo all'economia nazionale. Far percepire che l'azienda fornisce contributi alla comunità in cui opera e comunicare maggiormente con i propri dipendenti, in modo che non considerino un fatto negativo il lavorare per un'azienda statunitense o inglese.
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