Intervista a Bassanini:"D'Amato ignora i progressi"
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"D'Amato ignora i progressi così si tradisce il nostro paese" Bassanini attacca Confindustria: scoraggia chi vuole investire l'intervista/1
LUISA GRION
ROMA - I casi sono due: o Confindustria è ignorante o non è affatto così politicamente neutrale come dice di essere. Franco Bassanini, ministro della Funzione pubblica, prende in mano il rapporto che gli imprenditori hanno presentato alla convention di Parma è accusa: «I dati sulla burocrazia sono vecchi, superati, alcuni addirittura sbagliati, sembrano fatti apposta per peggiorare la realtà, per non tener conto di come il paese sia cambiato». E ancora: «Fornendo questo quadro gli industriali, oltre a piangersi addosso, si rendono responsabili di due effetti: scoraggiano l'innovamento e tradiscono il paese». Ministro partiamo dai dati: a Parma gli industriali hanno presentato un rapporto dal quale risulta che la burocrazia italiana impone alle imprese tempi e procedure più lunghe degli altri paesi. Fonte Ocse, come li spiega? «Con il fatto che sono studi vecchi, elaborati da centri privati, ma fermi al ‘97. Non registrano la rivoluzione amministrativa avviata in questi ultimi anni. Ora per avere i dati nuovi, quelli dai quali risulta che ormai questo paese riguardo a peso della burocrazia nelle aziende fa molto meglio della Germania, della Francia, della Spagna - per non dire della Francia - e viene subito dopo l'Irlanda, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, basta entrare nel sito dell'Ocse e copiarne le ultime tabelle. Mi rifiuto di pensare che l'ufficio studi di Confindustria non sappia o non possa farlo». E allora? E' una scelta politica? «E' prima di tutto una scelta sbagliata che provoca due gravi effetti. Rifiutandosi di prendere atto di quanto fatto magari a macchia di leopardo, ma comunque fatto gli industriali scoraggiano chi a tutti livelli di governo, centrali o locali che siano, e sotto qualsiasi bandiera politica, sta cambiando il paese. Negando questo Confindustria compie un atto vicino all'alto tradimento». Alto tradimento? «Alto tradimento. Ormai nel mondo della competizione globale in cui tutti, ci piaccia o no, ci muoviamo, il marketing territoriale è un fattore decisivo. Se noi, politici e imprenditori, dipingiamo l'Italia peggio di com' è nella realtà , compiamo un atto di alto tradimento perché scoraggiamo gli investimenti e i capitali di cui il paese ha bisogno. Per questo a D'Amato e anche ad alcuni colleghi dico basta: basta con l'autolesionismo. Non voglio dire che tutto sia perfetto, anzi dico che molto resta da fare, ma perché negare la realtà, perché negare - come Confindustria ha fatto - che gli sportelli unici hanno semplificato la vita delle imprese? Questo è un paese che si muove, che grazie alla collaborazione di tutte le forze sociali, e fino a poco tempo fa anche di Confindustria, quando era neutrale, è riuscito a rinnovarsi. Perché non dirlo?» Dunque le cose sono cambiate e Confindustria non è più neutrale: colpa di D'Amato? «Non lo so se è per D'Amato o per la campagna elettorale. Non so nemmeno quanto la platea di Parma e il suo aperto schierarsi rappresenti tutti gli industriali. Posso capire che Berlusconi, in campagna elettorale, spari contro una riforma amministrativa, che i suoi uomini hanno votato - anche se capisco meno il suo spacciare per propositi da realizzare, cose già attuate - ma non capisco perchè Confindustria, regga il gioco prestandosi ad una operazione così ridicola e dannosa».
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