In montagna il boom delle prenotazioni
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 In montagna il boom delle prenotazioni Fabrizio de' Marinis
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È la montagna il nuovo rifugio degli italiani. La paura viaggia nella valigia? La crisi internazionale mette a repentaglio ogni rientro? Volare verso mete lontane è diventato un'incognita? Si preferiscono il treno o l'automobile e mete vicine. Le vette innevate di casa nostra sono più tranquillizzanti. Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli, Lombardia, Val d'Aosta e Piemonte, tutte le località dell'arco alpino insomma, registrano aumenti nelle prenotazioni del 20-25%, ben oltre il Natale, con richieste anche per il weekend dell'Immacolata e per le settimane bianche. «Dei sette milioni di italiani che non andranno in vacanza o non sceglieranno viaggi di lungo raggio per la contingenza della crisi internazionale, quattro si muoveranno lo stesso e un milione di questi si riverserà nelle località di montagna alla ricerca di una nuova sobrietà verso cui spingono i tragici eventi dell'11 settembre e lo schianto del jet a New York - spiega Aureliano Bonini presidente della Trademark Trends di Rimini, che con Sociometrica stila ogni anno un rapporto sulle tendenze vacanziere degli italiani-. Si tratta di una nuova grande opportunità per gli operatori del settore. I nuovi clienti sono sofisticati, viziati dai livelli di trattamento internazionali. L'interrogativo riguarda la capacità degli albergatori di far fronte a questo nuovo trend di mercato». Il settore. Comunque evolverà la stagione al momento il pianeta neve si sta prendendo la sua rivincita con un più 10% di richieste rispetto al 2000, già registrato comunque prima dell'11 settembre. Una realtà economica tutt'altro che secondaria nel panorama turistico italiano, secondo uno studio Trademark e Sociometrica, con un fatturato diretto delle località invernali di oltre 4mila miliardi di lire nel 2000, 3,5 milioni di sciatori effettivi e 6,5 milioni di turisti globali invernali, e un indotto complessivo - considerando anche le attrezzature - di 19mila miliardi di lire. Numeri importanti. «Si tratta di una tendenza che andrà verificata a fine inverno - spiega Antonio Preiti, presidente della Sociometrica di Roma -. Al momento va registrato, comunque, l'inizio di una grande stagione per la montagna che non va sottovalutata, anche se andranno fatti molti distinguo, perché la neve ha un suo pubblico fedele e storico». Gli operatori. Interpellati direttamente gli operatori di settore confermano l'aumento notevole di richieste che non era così alto da oltre 10 anni. «Registriamo un aumento nelle prenotazioni del 20% fino alle settimane bianche - afferma Sandra Bovo, direttrice dell'assessorato al Turismo della Val d'Aosta - Courmayeur, Cervinia, la Thuille, Champoluc, Antagnod, Pila, Gressoney, Torgnon registrano questo nuovo trend». E in tutta l'area del Nord Ovest, compresa la provincia di Torino, va aggiunto l'effetto delle Olimpiadi del 2006 con 13mila posti letto e un investimento complessivo di 1.115 miliardi di lire. Non dissimile la situazione nel consorzio turistico Val Gardena. «Tutte le nostre località - dice il direttore Rudolf Musser -, Ortisei, Santa Cristina, Selva, registrano un 10% in più di prenotazioni». La stessa tendenza la indica Paola Bormolin responsabile dell'Atp di Livigno con punte su Bormio, Santa Caterina e Medesimo anche del 30 per cento. Destinate ad aumentare secondo Ennio Soccal, direttore dell'Apt Dolomiti di Cortina, anche le richieste in quest'area. «Si tratta di una tendenza molto forte che durerà nel tempo», aggiunge Roberto Seppi direttore dell'Atp di Bolzano. E il nuovo trend investe anche i tour operator. «Nel nostro villaggio di Montecampione - conferma Roberta Caneschi responsabile del settore neve di Alpitour - abbiamo registrato un più 40% anche se l'aumento generale è del 10%». Lunedí 19 Novembre 2001
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