In Costa Smeralda veneti verso il ritiro

24 settembre 2002
ITALIA-ECONOMIA |
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In Costa Smeralda veneti verso il ritiro R.E.
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CAGLIARI - Entro il mese di ottobre avrebbe dovuto essere conclusa la due diligence, ma la cessione degli alberghi Starwood in Costa Smeralda (solo gli immobili, perché la gestione avrebbe comunque dovuto rimanere in mani americane) sembra in alto mare. L'insolita cordata sardo-veneta si starebbe infatti sfaldando e dopo una prima defezione da parte veneta, cioè Tabacchi, a Cagliari fonti bene informate assicurano che anche gli altri componenti - sempre di parte veneta - sarebbero pronti a gettare la spugna, sebbene per motivi diversi. Smentisce tutto, invece, l'avvocato Antonio Romei, che dall'inizio dell'estate aveva assunto il ruolo di portavoce dell'intero gruppo. Secondo il legale romano, ai soci non sarebbe giunta alcuna comunicazione in questo senso. Il gruppo che sta negoziando in esclusiva con Starwood è formato dai sardi Francesco Loi (albergatore, consigliere di amministrazione del Banco di Sardegna), Antonio Corbeddu (albergatore in Sardegna e proprietario dell'Hotel Colonna a Roma), e un professionista cagliaritano, Remigio Paglietti, coordinati dalla finanziaria regionale Sfirs e con un contributo rilevante del Banco di Sardegna. Per i veneti ci sono la famiglia Tabacchi (la parte che è uscita dalla Safilo) e i De Rigo (ottica). Il gruppo veneto e quello sardo avrebbero dovuto mantenere il 50% ciascuno delle quote. Difficile pensare che, se la defezione veneta venisse confermata ufficialmente, le istituzioni finanziarie sarde possano trovare in tempi brevi dei sostituti o addirittura fare da ponte, temporaneamente, con il loro sostegno finanziario. L'operazione infatti si aggira sui 335 milioni di euro e comprende i quattro alberghi a cinque stelle Cala di Volpe, Pitrizza, Romazzino e Cervo, quattro ristoranti, il Pevero golf club, lo Sheraton Conference Center, la Marina e il cantiere navale, escluso lo Yacht Club, recentemente ristrutturato con un investimento di circa 20 milioni di euro. A questo va poi aggiunta la "scommessa" del master plan, ovvero del progetto di ulteriore sviluppo immobiliare ideato già ai tempi dell'Aga Khan e poi, seppur ridotto nelle ambizioni, sempre rimasto nei cassetti della Regione e degli enti locali. Starwood aveva chiesto che, nell'ipotesi in cui il master plan venisse approvato, la multinazionale americana potesse avere una quota del nuovo business. |
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