16/5/2005 ore: 11:17
Imprese e consumatori: fiducia in rapida discesa
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Imprese e consumatori: fiducia in rapida discesa Scorrendo, anche rapidamente, gli indici di fiducia dell'Isae emerge che tendenzialmente gli italiani sono da tempo « pessimisti » sul loro futuro. Lo erano prima che arrivasse l'attuale Governo e lo sono stati dopo, a parte i rari picchi positivi prodotti soprattutto dalle aspettative generate da alcune novità. Negli anni ' 90 l'Italia è cresciuta mediamente dell' 1,5% l'anno contro oltre il 2% della Ue; lo stesso è avvenuto negli anni successivi. Ma quel che davvero è preoccupante è la perdita di di mercato. Esportiamo sempre meno: sul mercato mondiale nel 1996 avevano una quota del 4,5% adesso siamo intorno al 3%; tutti gli altri nostri concorrenti hanno mantenuto o rafforzato le loro posizioni. Anche le ultime rilevazioni che arrivano da Bruxelles segnalano che siamo l'unico Paese che nel periodo 2002 2004 ha perso quasi l' 1% dell'export; nessuno ha fatto peggio. Contemporanemente ristagna la domanda interna. Insomma. non vendiamo né dentro casa né fuori (contrariamente alla Germania che pur in presenza di consumi interni asfittici è nuovamente tornata a far sentire il suo peso sul mercato estero), la produzione industriale continua a scendere pericolosamente e il futuro, per ora, non promette miglioramenti a breve. Almeno a guardare gli indici di fiducia. Gli ultimi messi a disposizione dall'Isae ci ricordano che per le imprese manifatturiere siamo tornati ai minimi degli ultimi due anni e in particolare al luglio 2003. A determinare il calo è soprattutto la caduta degli ordini che si conferma marcata sia sui mercati interni che su quelli esteri. Lo stesso era avvenuto nel 2003 e, risalendo ancora più indietro, nel 1999 e nel 1996. Analogo andamento si presenta sul fronte del commercio. A risentire della crisi in atto non sono solo i dettaglianti ma anche la grande distribuzione che da un mese all'altro ha fatto registrare una perdita di circa otto punti. E se il pessimismo è forte tra produttori e commercianti lo è ancor di più tra i consumatori. Nonostante una lieve risalita del clima di fiducia riscontrato nel mese di aprile ( sempre secondo le indagini Isae), da metà del 2002 si assiste a una discesa rapida dell'indice che si è riavvicinato ai valori dei primi anni ' 90. Questa perdita di fiducia costante è probabilmente legata non solo a problemi congiunturali. C'è come una generale consapevolezza di essere all'interno di un processo di cambiamento e di non governarlo in alcun modo. Il Paese è fermo non solo economicamente. Il declino demografico non accenna a diminuire e viene tamponato esclusivamente grazie all'afflusso e alle nascite degli immigrati. L'Italia è un Paese che invecchia e che ha deciso di non scommettere sul futuro: l'ultimo censimento del 2001 ci comunica che su 57 milioni soltanto 8 milioni hanno meno di 15 anni. |