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Immigrati: raffica di permessi per l’agricoltura e il turismo

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Martedì 30 Gennaio 2001
italia - economia
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All’esame del Governo un provvedimento per 10mila stagionali Immigrati, raffica di permessi per l’agricoltura e il turismo

ROMA Sono in media 2,6 ogni cento abitanti, ma l’Italia ha ancora bisogno di loro. Gli immigrati saranno oggetto di una nuova riflessione da parte del prossimo Consiglio dei ministri perchè il ministero del Lavoro — come ha spiegato il sottosegretario Paolo Guerrini, dopo un incontro con le parti sociali — chiederà al presidente Giuliano Amato di emanare un decreto che anticipi gli effetti del provvedimento sui flussi per almeno 10mila lavoratori stagionali. La richiesta è motivata dal forte appello al Governo portato dalle associazioni di albergatori e coltivatori diretti che lamentano una preoccupante lacuna di personale nei propri ranghi. Tuttavia la strategia del Governo per la messa a punto dei flussi del 2001 per Guerrini «sarà improntata alla prudenza». Toccherà proprio al ministero del Lavoro definire i fabbisogno per Regione «e uno dei criteri prevalenti per la definizione delle quote sarà certo la valutazione della capacità di accoglienza, di formazione e di integrazione sociale di questi lavoratori delle Regioni e delle città».

Intanto dal Viminale arriva il Rapporto sull’immigrazione nel 2000 (con numeri aggiornati al settembre dello scorso anno): sono un milione 359mila gli stranieri in Italia con regolare permesso di soggiorno, la Regione con più presenze è il Lazio con il 5% della popolazione residente non Italiana, un dato quasi doppio rispetto alla media nazionale di 2,6 presenze ogni 100 abitanti. Segue il Friuli-Venezia Giulia (con 37.891 stranieri; 3,8 ogni cento abitanti).

Tuttavia il «dossier immigrazione» del ministero dell’Interno spiega che l’Italia ha molti meno extracomunitari degli altri Paesi europei. Sono il 7,9% in Austria e in Svizzera, il 6,7 in Germania, il 3,8 in Lussemburgo e il 3,3 in Belgio. In Italia la comunità prevalente è quella marocchina con 155mila persone, seguita dall’albanese (136mila), dalla filippina (66mila), dalla cinese (58mila) e dalla tunisina (44.276).

Quanto alla lotta all’immigrazione clandestina, secondo il Viminale si registrano segnali di miglioramento. Nel ’97 le espulsioni, adottate in base alla legge Martelli, sono state 40.653 con intimidazione di cui effettivamente eseguite solo il 18,64% (6.938), mentre nel 2000, sulla base dela legge Turco-Napolitano, dei 109.070 intimati quelli allontanati dal territorio nazionale sono stati, invece, 56.297 pari a oltre il 50 per cento. Secondo i dati dell’Interno diminuiscono anche gli sbarchi anche a causa della fine del conflitto in Kosovo: tra il primo gennaio e il 31 ottobre ’99, in Puglia, gli arrivi sono stati 43.789, dei quali circa 23mila profughi kosovari; nello stesso periodo del 2000 gli sbarchi sono stati 16.553 con una flessione di circa il 15,6% di immigrati albanesi, mentre resta stazionario (6mila circa) il numero dei curdi. Il dossier rileva inoltre che nel 2000 sono stati 2.223 gli immigrati trattenuti nei centri di permanenza temporanea e poi rimpatriati, per la maggior parte provenienti dalla Tunisia.

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