27/11/2002 ore: 12:02

Immigrati, in 3mila fanno causa

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            27 novembre 2002

            A Milano, Roma e Caserta il numero più alto di vertenze avviate dagli extracomunitari contro i datori di lavoro
            Immigrati, in 3mila fanno causa
            Denunce inferiori alle previsioni - I sindacati continueranno a promuovere le richieste di regolarizzazione

            ROMA. Sono poco meno di
            tremila gli extracomunitari
            che hanno avviato una vertenza
            nei confronti dei datori di
            lavoro inadempienti con il termine,
            scaduto l’11 novembre,
            per la regolarizzazione degli
            stranieri impiegati in nero. Meno
            di quelle stimate in passato
            sia dai sindacati (10mila avevano
            detto) sia dal sottosegretario
            all’Interno, Alfredo Mantovano
            (4mila). Il numero più
            alto di cause presentate (2.823
            il totale registrato nelle 103
            Prefetture-Utg) spetta a Milano
            con 845 richieste seguita
            da Roma (807), Caserta (254),
            Napoli (157), Genova (149),
            Palermo (127), Reggio Emilia
            (104) e Torino (35).
            La possibilità di avviare
            una causa, ottenendo così un
            permesso di soggiorno di sei
            mesi in attesa di trovare un
            nuovo lavoro, era stata concessa
            agli immigrati con la circolare
            del ministero dell’Interno
            diffusa il 5 novembre scorso.
            Un’apertura sul filo di lana
            per garantire a molti extracomunitari
            di vedersi riconosciuta
            la regolarizzazione negata
            dai propri datori di lavoro.
            «La circolare — spiega Mantovano
            —ha avuto anche l’effetto
            di sollecitare i datori a
            procedere al più presto, visto
            il termine dell’11 novembre,
            alla regolarizzazione dei lavoratori
            extracomunitari impiegati
            in nero. Infatti, dal 5 novembre
            in poi si è registrato
            un afflusso negli uffici postali
            di gran lunga superiore a quan-
            to previsto nei giorni precedenti».
            Secondo le statistiche
            del ministero dell’Interno, negli
            ultimi sei giorni sono stati
            pagati 155.265 bollettini postali
            (100.453 per lavoro domestico
            e 54.812 per quello
            subordinato) con una media
            più che raddoppiata rispetto ai
            giorni precedenti.
            I dati sulle vertenze avviate
            — secondo Mantovano — sono
            comunque «residuali» rispetto
            al grande numero di
            istanze (700mila le ultime ci-
            fre ma non ancora definitive)
            presentate negli oltre 14mila
            uffici postali e che danno "sentore"
            di una regolarizzazione
            ben avviata.
            Ma non è così per le organizzazioni
            dei lavoratori. «Come
            sindacato — dice Oberdan
            Ciucci, responsabile nazionale
            immigrazione della Cisl —
            continueremo ad accogliere le
            richieste presentate anche dopo
            l’11 novembre dagli extracomunitari.
            Naturalmente gli
            stranieri dovranno dimostrare
            di aver lavorato presso il proprio
            datore, che non ha voluto
            regolarizzarli, almeno dal 10
            giugno scorso».
            Dello stesso avviso Guglielmo
            Loy, segretario confederale
            della Uil, che oltre «ad accogliere
            le richieste di vertenza
            dei lavoratori stranieri dopo
            il limite dell’11 novembre»,
            ribadisce la preparazione
            di una causa pilota da inoltrare
            al giudice del lavoro.
            «La circolare del ministero
            dell’Interno — spiega Loy —
            è solo un atto amministrativo
            che non può considerare casi
            come questi non previsti dalla
            nuova legge sull’immigrazione».
            Ed è per questi casi, secondo
            i sindacati, che la cifra
            finale delle vertenze portate
            davanti ai giudici del lavoro
            saranno circa seimila.
            Ma non solo. Anche sulla
            regolarizzazione vera e propria
            i sindacati non trovano
            soddisfacente il lavoro fin
            qui svolto. «In Italia —sottolinea
            Ciucci — ci sono più di
            un milione di clandestini. Visto
            che il Governo ha stimato
            una regolarizzazione per circa
            600mila lavoratori mancano
            all’appello 400mila persone
            che rimarranno nell’illegalità.
            In termini percentuali
            questa sanatoria non coglie
            l’obiettivo di quella avviata
            nel 1998».
            E, secondo i dati forniti sempre
            dai sindacati, nel futuro le
            cose non potranno migliorare:
            ogni anno entrano nel nostro
            Paese 250mila clandestini e so-
            lo per 100mila di questi ci sarà
            il rientro forzato nel Paese di
            origine. «Le nostre forze
            dell’ordine — continua Ciucci
            —in base agli accordi internazionali
            bilaterali, potranno fare
            pratiche di espulsione solo
            per 100mila clandestini lasciando
            nel nostro territorio
            gli altri 150mila».
            Da qui l’auspicio dei sindacati
            di intensificare la lotta al
            lavoro sommerso che continuerà
            a esserci anche in futuro.
            MARCELLO FRISONE

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