Immacolata, è lite sulle aperture
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Nonostante il no di parte della base i negozi apriranno
TARANTO — La festa dell’Immacolata divide i commercianti Il tempo passa invano: oggi, come tanti anni fa quando intervenne l’arcivescovo di Taranto, monsignor Luigi Benigno Papa, che invitava negozianti e cittadini a consacrare questa particolare giornata non alle merci ma alla famiglia e alla meditazione personale, il mondo del commercio è spaccato.
Domani è uno dei giorni festivi, oltre alle tre domeniche dicembrine, nel quale i negozi hanno la facoltà di rimanere aperti. Non è un obbligo, è soltanto una scelta individuale. È ovvio che «se il mio vicino lavora — osserva uno dei commercianti di via Di Palma — anch’io sono costretto in un certo senso a venire a lavorare. Il consumatore potrebbe farsi venire la strana idea che non apro perché non ho bisogno. Invece il momento è difficile e dicembre può aiutarci». La divisione nel mondo del commercio è stata sancita, in ogni caso, attraverso le risposte al questionario che il comitato «Quartiere Italia» ha inviato due settimane fa ai negozianti di via Liguria e corso Italia. Su 200 risposero «no» all’apertura nel giorno dell’Immacolata Concezione in 197, a dimostrazione di una volontà schiacciante di non condividere il calendario in vigore. Di altra opinione è il resto del settore.
«L’orientamento prevalente — sottolinea Lelio Fanelli, delegato del comitato Tre Carrare-Battisti — è di lavorare perché è un giorni di festa e la gente esce di casa. Già ieri (domenica, ndr) primo giorno festivo di apertura nel mese di dicembre, le strade erano affollate e molti negozi pieni». Questionario o non questionario, insomma, una cosa è rispondere a un referendum e un’altra è la realtà.