5/2/2003 ore: 11:06
Il welfare di Maroni: pagano le famiglie
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5 febbraio 2003
Presentato il libro bianco sullo Stato sociale. Il ministro: «I fondi? Non sono Tremonti, ho un approccio sociale, non finanziario»
Il welfare di Maroni: pagano le famiglie
Livia Turco: «Continua la politica degli annunci». Rosy Bindi: «Scaricano le responsabilità pubbliche sui privati»
Simone Treves
ROMA Il «perno centrale» degli interventi
del governo in tema di stato
sociale «deve essere la famiglia»: il
ministro del Welfare Roberto Maroni
presenta così il libro bianco sul
Welfare. «Pensiamo che la famiglia
debba essere il centro fondamentale
delle politiche pubbliche sul Welfare»,
aggiunge tanto per sgombrare il
campo da dubbi. E subito il ministro
lancia l’affondo alla Cgil, che ha accusato
il ministero di un approccio familistico.
«Il nostro è un approccio
laico al testo della Costituzione - replica
- e rinviamo al mittente le accuse
invitando la Cgil a rileggersi l'articolo
29 della Costituzione, comma 1,
in cui si dice che la famiglia è una
società naturale fondata sul matrimonio:
questa è la famiglia. Il resto è
sociologia. Il che non vuol dire che
altre forme di rapporto non debbano
essere tutelate». Appunto. Come?
Il «libro» tuttavia non è ancora
definitivo. Maroni spiega infatti che
il libro bianco è un contributo al dibattito.
Il tavolo di confronto con le
parti sociali è convocato per il 20
febbraio e dovrà concludersi entro
fine aprile in modo che le conclusione
delle discussioni siano inserite nel
Documento di programmazione economica
e finanziaria. Nel documento
- ha spiegato Maroni - non si parla
né di politica sanitaria nè di pensioni.
Per la prima materia il motivo è
che la competenza è del ministero
della Salute, mentre per le pensioni -ha
ribadito Maroni - «il confronto
con le parti sociali è già stato fatto» e
il risultato è la «delega che è in discussione
in Parlamento».
Tornando al welfare, prima bisogna
individuare «il moderno sistema
sociale e i livelli essenziali di assistenza,
poi valuteremo le necessità finanziarie».
E ancora: «Dobbiamo creare
un sistema di welfare compatibile
con le esigenze della società, dopo di
che vedremo quanto costa». Insomma,
si scardina così una regola aurea
della politica: la scelta delle priorità
con una somma data da spendere. A
quanto pare, invece, Maroni vuole
disegnare il welfare sulla carta (altro
ché la carta del welfare), magari da
stracciare quanto prima. E a chi insiste
per sapere quanto si spenderà per
poveri, famiglie e disabili Maroni risponde
scherzosamente: «Avete un
approccio troppo tremontiano...noi
partiamo da un approccio sociale,
non finanziario». Poi aggiunge: «Il
nostro orizzonte non è la Finanziaria
del 2004, ma i prossimi anni, forse i
prossimi decenni». E quindi, visto
che la riforma del welfare «sarà un
intervento strutturale, e non una serie
di interventi tampone o di piccoli
aggiustamenti, non andiamo a chiedere
pochi spiccioli a Tremonti».
Il governo dunque punta alla diminuzione
complessiva della pressione
fiscale media per rimodulare le
imposte secondo la dimensione del
nucleo familiare, a incentivare la realizzazione
di asili nido, come previsto
nella Finanziaria 2003 e a facilitare
il credito per l'accesso all'alloggio
da parte delle giovani coppie. Sembrano
invece destinate a tornare in
discussione, o quantomeno ad essere
affidate «ad un largo dibattito con le
parti sociali e rappresentanti della società
civile» le misure di congedo,
aspettativa, part-time e altre forme
di flessibilità per le madri lavoratrici.
«Con il Libro Bianco sul Welfare
il governo, dopo due anni di assordante
silenzio, di totale abbandono
delle leggi e anche di risorse decurtate,
finalmente batte un colpo in merito
alle politiche sociali - commenta
Livia Turco - È apprezzabile che il
governo presenti al Parlamento e alle
forze sociali una proposta coerente
di analisi, molte delle quali sono con-
divisibili. Colpisce tuttavia lo scarto
tra enunciazioni, analisi ed impegni
concreti, di cui non si vede traccia
nel Libro Bianco». «Nessuna novità
rilevante - aggiunge Rosy Bindi della
Margherita - salvo la preoccupante
conferma della volontà del governo
di scaricare le responsabilità pubbliche
sui privati - famiglie, banche o
associazioni che siano - come si è
cominciato a fare con questa Finanziaria
che ha drasticamente tagliato i
bilanci di Regioni e Comuni. Silenzio,
invece, sui finanziamenti».