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Il sogno di Renata: sdoganare l’Ugl

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      Lunedì 23 gennaio 2006
    Pagina 5 - Primo Piano
      Diario sindacale
      a cura di Enrico Marro

      Il sogno di Renata: sdoganare l’Ugl

      Prima e più giovane donna segretario, la Polverini guiderà l'organizzazione vicina ad An

      Il 4 febbraio prossimo, per la prima volta nella storia del sindacato italiano, una donna verrà eletta segretario generale di una confederazione. È Renata Polverini , che assumerà la guida dell’Ugl, l’organizzazione storicamente legata alla destra (prima al Msi, quando l’Ugl si chiamava Cisnal, e poi ad An), che dichiara 2,3 milioni di iscritti (quindi più del milione e 900 mila della Uil). «E sono tutti veri», sottolinea Polverini col piglio di chi è del segno del Toro.

      Nata a Roma il 14 maggio del 1962, ha 43 anni e quindi stabilirà anche un secondo record: sarà il segretario generale più giovane mai eletto. L’elezione avverrà al termine del congresso dell’Ugl, dal 2 al 4 febbraio a Roma. Per la prima volta dovrebbero intervenire dalla tribuna anche i leader di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani , Savino Pezzotta e Luigi Angeletti . Con tutti e tre, ma soprattutto con Epifani, Polverini ha stabilito un buon rapporto: «Siamo stati per molti anni entrambi vicesegretari, c’è un rapporto amicale». E ora tra gli obiettivi di Polverini c’è il definitivo sdoganamento dell’Ugl, con un sogno nel cassetto: una segreteria unitaria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che proclama uno sciopero generale, magari con tanto di manifestazione nazionale e comizi sotto le stesse quattro bandiere. «Non so se e quando avverrà, ma non è impossibile».
        Nonostante la giovane età, Polverini ha una lunga carriera alle spalle. A 21 anni, seguendo le orme della madre, dipendente sindacalista Cisnal alla Rinascente, entra nello stesso sindacato, come funzionario. Poi passa alla guida della categoria del terziario, la più importante della confederazione. Infine, nel ’99, diventa vicesegretario generale, accanto a Stefano Cetica , che ha guidato l’Ugl finora e che ha proposto la stessa Polverini per la successione. Un’operazione indubbiamente ad effetto: il sindacato della destra, che smentisce il luogo comune di un’organizzazione maschilista, gerontocratica e conservatrice, bruciando la Cgil, che pure ha sei donne in segreteria.
          A differenza di Cetica, iscritto ad An, il futuro leader dell’Ugl non ha mai preso la tessera, anche se vota per il partito di Gianfranco Fini . «La nostra autonomia, però, non è in discussione». E in effetti l’Ugl non ha fatto sconti al governo di centrodestra. Su tutte le questioni importanti, dalla riforma delle pensioni, a quella del mercato del lavoro, si è schierata con quella che una volta la destra definiva la «Trimurti». E ha usato anche l’arma dello sciopero generale. In prima linea a tessere buone relazioni con Cgil, Cisl e Uil è stata proprio Polverini. Che su questo ha vinto anche alcune resistenze nella sua organizzazione, così come ha vinto il maschilismo che comunque c’è nel sindacato. Per spiegare quanto questo fosse presente «nella cultura di tutti noi», Polverini racconta un episodio che sembra una barzelletta: «Nel ’99, il giorno che entrai in segreteria, mi chiamò un delegato da Bari: "Buongiorno segretario". E io: "Aspetta che te lo passo". E invece era proprio con me che voleva parlare.
            Da allora molte cose sono cambiate e nell’Ugl, che ha quasi il 50% di iscritti donne - anche perché siamo molto presenti nei servizi, nella sanità e nel credito - stiamo tirando su una classe dirigente femminile».
              Sposata con un informatico, «che in questi giorni, vedendomi un po’ nervosa, mi manda tanti messaggini per rassicurarmi», il nuovo segretario dell’Ugl ha il vezzo degli orologi, da polso e da casa. Li cambia in continuazione. Adesso tenterà anche di spostare in avanti le lancette del sindacato.

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