1/10/2007 ore: 10:20

Il protocollo welfare nel «collegato»

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    sabato 29 settembre 2007

    Pagina 3 - Economia


    Il protocollo welfare nel «collegato»,
    Dini sospetta annacquamenti
      Damiano assicura che non si tratta di «uno slittamento»: il Consiglio dei ministri se ne occuperà subito dopo il referendum dei lavoratori

      di Felicia Masocco

      È confermato, il protocollo sul welfare viene stralciato dalla Finanziaria e farà parte di disegno di legge collegato. Il Consiglio dei ministri se ne occuperà il 12 ottobre, cioè dopo che i lavoratori avranno detto la propria con il referendum che si tiene tra l’8 e il 10. «Non si tratta di uno slittamento», taglia corto il ministro Cesare Damiano che sta scrivendo il testo, non era infatti fissato che il provvedimento venisse varato ieri. La sua copertura finanziaria è gia prevista, si tratta di 1.548 milioni per il 2008, che vanno ad aggiungersi ai 900 già stanziati per quest’anno per la «tredicesima» che i pensionati con gli assegni bassi prenderanno a novembre. Nel 2009 la cifra è di 1.520 milioni. Serviranno per l’aumento delle pensioni, per gli ammortizzatori sociali, il riscatto della laurea, il sostegno ai giovani, i diritti di maternità. «La volontà è di tenere tutto insieme» ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, smentendo che lo stralcio sia una mano tesa di Prodi alla sinistra della maggioranza che aveva chiesto che il contenuto previdenziale del protocollo marciasse con la Finanziaria, mentre le norme sul mercato del lavoro seguissero l’iter legislativo tradizionale.

      «Il collegato è agganciato alla sessione di bilancio perché è chiaro che deve essere approvato entro i tempi della Finanziaria», afferma Damiano provando a rassicurare chi teme che dietro la scelta del collegato si nasconda l’insidia che i contenuti possano «annacquarsi», come dice Lamberto Dini. Soprattutto se l’esito del referendum tra i lavoratori dovesse chiederlo con la forza dei numeri.

      «Noi liberaldemocratici non vorremmo che sia il preludio a un annacquamento se non addirittura l’abbandono del protocollo stesso», scrivi Dini in una nota. La sua preoccupazione trova una sponda in casa sindacale. La Cisl non condivide l’orientamento del governo, «è una scelta di debolezza», afferma il segretario generale aggiunto Pierpaolo Baretta. «Il governo deve assumersi la responsabilità di aver fatto un accordo. Avrebbe dovuto inserire il protocollo in Finanziaria e non in un collegato. Il rinvio è una prova di sfiducia verso il sindacato». Più possibiliste Cgil e Uil. Già durante l’incontro con il governo, Guglielmo Epifani si era detto poco interessato alle questioni di «tecnica legislativa», considerando essenziale la tempistica, cioè l’approvazione delle norme entro dicembre. Lo ribadisce la segretaria confederale Morena Piccinini per la quale il rinvio del provvedimento «è rispettoso del fatto che ci rivolgiamo ai lavoratori, ed è utile sapere come si esprimeranno». «L’importante - continua - è che il tutto sia approvato entro il 31 dicembre in modo tale da modificare lo “scalone” della Maroni prima della sua entrata in vigore il primo gennaio 2008. È importante anche che il testo di legge sia coerente con i contenuti del protocollo per le parti acquisite, ma anche con quello che ci siamo detti sui lavoratori usuranti e sulle finestre di anzianità dopo 40 anni di contribuzione». Analoga la posizione della Uil, «l’obiettivo - afferma il segretario confederale Paolo Pirani - è che il collegato contenga integralmente l’accordo di luglio», e ricorda che «il governo si è impegnato a inserire l’intesa in un emendamento alla Finanziaria nel caso ci fossero difficoltà».

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