27/12/2017 ore: 13:56

Il Manifesto - Ipermercati e negozi aperti a Natale e Santo Stefano

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Scioperare a Natale. A sentirlo dire sembrerebbe impossibile. Primo, perché presuppone che si debba lavorare – e nei servizi essenziali come ospedali, trasporti o forze dell’ordine dove lo si fa sempre non è previsto lo sciopero . Secondo, perché fino a qualche mese fa era impensabile trovare un supermercato aperto nel giorno festivo per eccellenza. E invece le liberalizzazioni selvagge cominciate con il decreto Salva Italia del 2011 voluto dal governo Monti stanno raggiungendo livelli «incredibili» per la stessa chiesa cattolica, la prima a considerare «sacro» il Natale e a criticare la scelta delle «aperture» con papa Francesco. SE LE METROPOLI italiane sono disseminate di supermercati e iper aperti 24 ore su 24 (la catena Carrefour è stata la prima) ora ci sono gli outlet e i «mall» a rimanere aperti per tutte le feste comandate e perfino alcuni esercenti soci della Conad, quelli dello slogan «Persone oltre le cose» che in questo caso risuona beffardo per i dipendenti – in gran parte precari – costretti a lavorare a natale. L’apertura più contrastata è quella di uno dei mall più grandi d’Italia. L’Oriocenter sorge affianco dall’omonimo aeroporto in provincia di Bergamo, la base italiana dell’altro simbolo del liberismo sfrenato Ryanair. Qui fra cinema, ristoranti, ipermercato e centinaia di negozi fra abbigliamento e commercio vari lavorano quasi 3mila dipendenti. Rilanciando la sfida lanciata l’anno scorso a pasqua dall’Outlet di Serravalle Scrivia (Alessandria), la proprietà già in autunno ha fatto cadere l’ultimo tabù: aperti sia a natale che a santo Stefano. LA RISPOSTA DEI SINDACATI è stata pronta. Già a novembre è partita una raccolta firme fra dipendenti e clienti per chiedere alla proprietà di ripensarci. «Abbiamo già raccolto 1.500 firme e stiamo andando avanti – racconta Mauro Colleoni, segretario della Filcams Cgil di Bergamo – ma la proprietà non ci ha neanche degnato di una risposta. Con noi non ha parlato, sulla stampa locale invece ha annunciato che sarebbe andata avanti. E per questo abbiamo deciso unitariamente con Fisascat Cisl e Uiltucs di proclamare uno sciopero per entrambi i giorni: 25 e 26 dicembre». E così sarà, sebbene la protesta abbia già sortito qualche risultato. A natale saranno aperti solo i cinema e la ristorazione mentre l’ipermercato e i negozi rimarranno chiusi. La vera battaglia è su santo Stefano. Le grandi catene pur di tenere aperto hanno deciso di incentivare i propri dipendenti con un bonus ad hoc. La catena di abbigliamento Zara – leader in Italia anche nell’applicazione della convenzione per l’alternanza scuola lavoro denunciata dagli studenti per le mansioni che nulla hanno di formativo (piegare vestiti e stare alla cassa) – ha proposto 80 euro lordi. La risposta dei dipendenti a tempo indeterminato è stata però quasi totalmente negativa. «IL PROBLEMA è che in tutti questi negozi la maggior parte dei lavoratori sono con contratti precari e centinaia sono gli stagisti. In entrambi casi non hanno la forza per dire di no e il 26 in moltissimi lavoreranno, addirittura nella convenzione degli stagisti è stabilito che basta un assenza sul lavoro per perdere il posto», denuncia Colleoni. La battaglia dei sindacati è già partita giovedì conlo sciopero nazionale e andrà avanti il 25 e il 26. «Abbiamo aspettative positive sullo sciopero perché chiedere di lavorare a natale e santo Stefano è veramente troppo. Una nostra delegazione sarà comunque presente per esprimere solidarietà a chi è costretto a lavorare». Consapevoli della situazione di difficoltà i sindacati stanno cercando anche un’altra strada. «Abbiamo chiamato in causa la politica per fare pressione per modificare la legge sulle aperture selvagge previste dal Salva Italia. Abbiamo incontrato i parlamentari del territorio di Liberi e Uguali e del Pd che si sono detti disponibili, ma il candidato presidente alla regione Lombardia Giorgio Gori (sindaco di Bergamo, tra l’altro, ndr) è rimasto in silenzio», sottolinea Colleoni. IN PARLAMENTO una proposta di legge per istituire sei giorni l’annodi chiusura obbligatoria è stata approvata alla Camera nel 2014 ma è rimasta incagliata al Senato per la contentezza delle grandi catene del commercio e della grande distribuzione. Chissà se la prossima legislatura produrrà il miracolo: vietato aprire ipermercati a natale. «Protesta sentita mai precari e gli stagisti non hanno la forza di dire no». Aperti molti Conad