8/2/2002 ore: 11:21

Il «delfino» Epifani scende in campo per ricucire lo strappo

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Il ?delfino? Epifani scende in campo per ricucire lo strappo
      DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
      RIMINI -
      Il suo intervento ieri non era previsto dal programma. Guglielmo Epifani, il numero due della Cgil, aveva parlato gi? nella seduta d’apertura. Ma Sergio Cofferati e l’intera segreteria confederale hanno deciso che dovesse scendere di nuovo in campo. Il quadro che a fine mattinata si era delineato presentava rischi enormi per la Cgil. Dopo gli interventi dei due segretari generali di Cisl e Uil, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti, e la polemica presa di distanza di entrambi nei confronti dello sciopero generale, i pessimisti gi? prefiguravano nuove divisioni tra i sindacati e una Cgil ributtata nell’angolo. Il mandato assegnato da Cofferati a Epifani non era dei pi? facili: si trattava di ribadire la netta opposizione della confederazione alle deleghe governative ma nello stesso tempo di ricucire i rapporti con le altre confederazioni per evitare di fare autogol.
      E’ un caso che la Cgil si sia affidata ad Epifani? Ovviamente no. Con tutta probabilit? sar? proprio l’attuale numero due a diventare in giugno il nuovo segretario generale, il primo che non sia stato mai iscritto al Pci. Quello di ieri, dunque, ? stato una sorta di battesimo del fuoco. Ed Epifani, sorprendendo per la grinta sfoderata, se l’? cavata con abilit?. Non solo ha trovato le parole giuste ma ha anche preso gli applausi giusti. Almeno una dozzina di volte i delegati hanno sottolineato il loro consenso. ?Se restiamo uniti - ha mandato a dire ad Angeletti e Pezzotta - possiamo vincere. Cos? ? stato per il contratto del pubblico impiego, cos? potr? essere per le deleghe?.
      Epifani ? stato abile perch? nel momento pi? delicato ha speso la credibilit? personale che gli deriva dall’aver condotto e concluso, insieme ai colleghi di Cisl e Uil, il primo importante accordo che il sindacato italiano abbia stipulato con il governo di centrodestra. Un’intesa, quella siglata per i pubblici dipendenti, che in Cgil ? identificata come ?il contratto del delfino?. Dal palco Epifani ha avuto quindi buon gioco a sostenere che aver firmato quell’intesa ? la maggiore prova di autonomia che la confederazione rossa potesse dare. ?E il risultato che abbiamo ottenuto premia le lotte dei lavoratori, non le manovre e gli incontri riservati?, ha scandito con un riferimento preciso all’interlocuzione che si ? aperta nei giorni scorsi tra lo stesso Pezzotta e il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini. E che potrebbe conoscere nuovi episodi. Non ? passato inosservato che il segretario della Cisl a Rimini, nel suo pur lungo intervento, non abbia citato nemmeno una volta il famigerato articolo 18, quasi a suggerire al governo di fare altrettanto e "dimenticarsene".
      Cosa succeder? adesso? Il numero due della Cgil ha dichiarato che l’esecutivo non ha fatto alcun passo formale per riattivare un tavolo negoziale e ha garantito che ?se saremo convocati andremo a Palazzo Chigi?. Ma il governo finora ha solo decretato per bocca del ministro Roberto Maroni un ultimatum che dovrebbe scadere a met? febbraio. Non ? chiaro, per?, se Fini vorr? e sapr? prolungare la sua mediazione oltre i pubblici dipendenti fino a imporre all’ala rigorista del centrodestra una soluzione morbida sugli altri temi in agenda mettendo tra parentesi l’articolo 18. Il messaggio che Epifani ha mandato dal palco ? stato chiaro: non ci spostiamo un millimetro dalla richiesta di stralciare licenziabilit? e decontribuzione previdenziale perch? questo ? il mandato che ci viene dalle piazze che abbiamo riempito in queste settimane. Ogni passaggio negoziale e ogni decisione di lotta la Cgil preferisce maturarli con le altre confederazioni. Il ?delfino?, infatti, all’unit? sindacale ci crede pi? di altri e sa che una volta diventato numero uno ne avr? grande bisogno. Tutto ci? per? non gli ha impedito di randellare Pezzotta: se il cislino non aveva esitato a usare Bruno Trentin ?contro? la Cgil, il successore di Cofferati ha ripescato il coraggio di Sergio D’Antoni (?per l’unit? sono anche disposto a scelte non consone con la cultura della mia organizzazione?) per chiedere al segretario generale della Cisl di appoggiare la legge sulla rappresentanza.
Dario Di Vico


Economia


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