Il ddl lavoro di nuovo al Senato. Cgil e opposizione tornano in piazza
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Si torna a parlare del ddl lavoro, il disegno di legge che modifica alcune parti del diritto del lavoro e che Cgil e opposizione definiscono una vera e propria «controriforma». Dopo un lungo iter ed il rinvio alle Camere da parte del presidente della Repubblica per «approfondimenti», da domani il ddl sarà infatti di nuovo all’esame del Senato, in sesta lettura. E le polemiche già cominciano a riaccendersi, sia sul fronte politico che sindacale. La Cgil ha già fatto sapere che scenderà in piazza, davanti a Palazzo Madama, in coincidenza con la ripresa della discussione del provvedimento, perchè «la mobilitazione di questi mesi ha prodotto qualche risultato, ma la gravità delle misure resta inalterata», come dice il segretario confederale Fulvio Fammoni. Al presidio parteciperà anche l’Idv, dicendosi pronta a fare le «barricate» in Aula e fuori. Il Pd sostiene che le modifiche al testo non danno «tutte le risposte ai richiami fatti dal Capo dello Stato».
CONTESTAZIONI Tra le misure più contestate dall’opposizione e dalla Cgil, su cui si erano focalizzati anche i dubbi di Napolitano, quella sull’arbitrato (che consente alle parti di far decidere da arbitri sulle controversie insorte). Ma non è l’unica. «Si prevede - spiega Fammoni - un meccanismo di certificazione che potrà riguardare singoli aspetti del rapporto di lavoro, anche in deroga alle norme dei contratti nazionali di lavoro; di demandare preventivamente ad un arbitrato di equità, che può decidere anche in deroga a leggi e contratti, il drimersi di eventuali controversie, togliendo così ai lavoratori la tutela della giustizia del lavoro; di depotenziare il ruolo del giudice del lavoro stesso tentando di relegarlo al puro accertamento dei presupposti di legittimità dei provvedimenti datoriali ». Il provvedimento, peraltro, è ampio e riguarda, nello specifico, «le deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l’impiego, di incentivi all’occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonchè misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro». Il testo contiene anche la norma sull’apprendistato a 15 anni, che fungerebbe da anno di scuola. Quanto all’arbitrato, nell’ultima lettura alla Camera è stato di fatto recepito l’avviso comune siglato dalle parti sociali, ad eccezione della Cgil, secondo cui la clausola compromissoria sull’arbitrato non può riguardare controversie relative al licenziamento. Inoltre, la stessa non può essere pattuita e sottoscritta prima della conclusione del periodo di prova, dove previsto, o comunque se non sono trascorsi almeno trenta giorni dalla stipulazione del contratto di lavoro. Ma un altro nodo si è poi aperto sulle commissioni di certificazione che accertano «l’effettiva volontà » delle parti di devolvere ad arbitri le controversie relative al rapporto di lavoro: alla Camera è passata la versione sulle controversie «insorte», con l’approvazione di un emendamento presentato da Cesare Damiano, capogruppo in Commissione Lavoro per il Pd.