16/10/2000 ore: 11:17

Il crimine assedia i negozi

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Lunedì 16 Ottobre 2000
norme e tributil
Ordine pubblico:
il 54% dei commercianti milanesi ritiene la città pericolosa, a Palermo il 32.
I più colpiti sono tabaccai e distributori di benzina.
Il crimine assedia i negozi.
Oggi parte il «Treno per la legalità», mentre in Parlamento è fermo il pacchetto sicurezza

È soprattutto la flessibilità dell’azione, la rapidità con la quale si scelgono nuove vittime e si abbandonano gli obiettivi più protetti che balza agli occhi nel nuovo modo di operare della criminalità nelle grandi città.

Mentre in Parlamento è stato accantonato il cosiddetto "pacchetto sicurezza", con le norme per garantire la certezza della pena e combattere scippi e rapine, la nuova criminalità si infiltra in settori nuovi e agisce su tutto il territorio nazionale concentrandosi nelle grandi e medie città. Tra le vittime più esposte, i commercianti, che negli ultimi anni hanno subito 130mila rapine e 140mila episodi di estorsione. Secondo un’indagine che verrà illustrata oggi, a Milano, alla presenza del ministro dell’Interno, Enzo Bianco, alla partenza del "Treno per la legalità" organizzato dalla Confesercenti (tappa finale a Palermo il 21 ottobre), emerge che solo il 31% dei commercianti ritiene sicura la propria città, mentre il restante 69% la ritiene pericolosa o lamenta segnali di rischio.

Dall’indagine emerge che il 54% dei commercianti di Milano ritiene la propria città pericolosa, mentre a Palermo ci si ferma al 32 per cento. Non manca qualche isola felice: a Bologna solo il 24% ritiene pericolosa la città e a Firenze la percentuale scende all’11%, ma a Bologna il 64% prevede un peggioramento e a Firenze è il 54% a temere per il futuro.

Ma vediamo, nel dettaglio, come sta cambiando la criminalità secondo un’elaborazione Confesercenti su dati del Ministero dell’Interno e dell’Istat.

Nuovi fenomeni. Nel complesso la delittuosità diminuisce: dai 2,4 milioni di delitti denunciati nel ’98 si è passati l’anno scorso ai 2,3 milioni, ma resta alto (oltre l’80%) il numero dei reati impuniti. Emergono, nello stesso tempo, nuovi fenomeni. Cresce, ad esempio, il cosiddetto "pendolarismo criminale", ossia bande di napoletani o palermitani che rapinano banche in province dove i controlli e i sistemi di protezione sono meno sofisticati. Aumentano i cosiddetti "cavalli di ritorno": furti di Tir, mezzi agricoli e automobili con richiesta estorsiva ai proprietari per la riconsegna del mezzo.

Omicidi. Il ’99 si è chiuso con 805 omicidi volontari rispetto agli 876 del ’98 e agli 863 del ’97. Una diminuzione dovuta alla lotta contro le organizzazioni mafiose, che negli ultimi anni si sono rese responsabili di molti omicidi.

Rapine. Il numero complessivo delle rapine è salito dalle oltre 36mila del ’90 alle 37mila del ’98 e l’anno scorso ha toccato quota 39mila. Si sono drasticamente ridotte, nello stesso tempo, le rapine alle gioiellerie, obiettivi sempre più protetti: se nel ’90 erano 758, nel ’97 si erano già ridotte a 438, nel ’98 a 360 e l’anno scorso a 272. In crescita, invece, le rapine a tabaccai e benzinai. L’anno scorso le rapine a distributori di carburante sono state 303 (106 nella Sicilia) e 206 nei primi nove mesi del Duemila.

Furti e scippi. I furti nei negozi erano oltre 67mila nel ’90 ma, dal ’94, hanno subito un’impennata fino ai 90mila nel ’99. I furti di auto sono, invece, in lenta diminuzione: l’anno "nero" è stato il ’91 con 366.818 auto rubate, ma nel ’99 il dato è sceso a 263.665. Gli scippi sono scesi dai 75.826 del ’90 ai 33.435 del ’99. I borseggi dal ’90 al ’94 sono diminuiti, dal ’95 sono aumentati fino ai 165.715 del ’99.

Usura. I commercianti coinvolti sono circa 120mila, ma le denunce sono diminuite dalle 4mila del 1994-95 alle 1.115 del ’99. La legge antiusura del ’96 ha fatto da spartiacque. Gli usurai si sono trasformati in agenzie di servizi finanziari e le vittime non hanno più convenienza a denunciare i fatti perché i tempi dei processi sono lunghi e ottenere il risarcimento previsto dalla legge è difficile.

Immigrati. Dall’inizio degli anni ’90 sono diminuiti i furti commessi da nordafricani e aumentati quelli compiuti da cittadini dell’Est. Da alcuni anni gli albanesi sono ai primi posti della classifica delle denunce per furto. In calo le denunce a carico di ex jugoslavi (-11,7%), algerini (-10,4%) e marocchini (-5,9%). In tutti i casi si tratta di appartenenti a comunità che non si sono integrate e vivono sprovvisti di permesso di soggiorno.

Gerardo Pelosi