Il 6 maggio lo sciopero generale della Cgil
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Camusso: da Cisl e Uil resa senza condizioni al governo. A febbraio balzo della cassa integrazione
ROMA - Lo sciopero generale della Cgil è fissato per il 6 maggio. La durata (quattro ore), scontenta però una parte del sindacato e scuote alle fondamenta la confederazione guidata da Susanna Camusso. Una scelta che piace, ma non troppo, alla minoranza e in particolare al leader dei leader metalmeccanici, Maurizio Landini. Che dice: «Bene la protesta, ma al fine di una sua più efficace riuscita come Fiom valuteremo la sua possibile estensione a otto ore».
Le motivazioni di questo sciopero sono contenute nel documento approvato dal direttivo della Cgil, che sottolinea la necessità di «rimettere al centro il tema del lavoro e dello sviluppo, riconquistare un modello contrattuale unitario e battere la pratica degli accordi separati, riassorbire la disoccupazione, contrastare il precariato, estendere le protezioni sociali e ridare fiducia ai giovani».
Nell´annunciare la protesta, il segretario della Cgil ha chiamato in causa Cisl e Uil, schiacciando il piede sull´acceleratore delle polemiche: «Il filo dell´unità non va mai perso - ha detto - ma la condivisione dello scenario che Cisl e Uil stanno facendo nei confronti delle politiche del governo indica una resa senza condizioni». Le parole della Camusso mettono in luce per l´ennesima volta, il difficile rapporto con le altre due anime del sindacato confederale.
Dalla Cisl Raffaele Bonanni replica a muso duro e parla di «resa senza condizioni del segretario della Cgil di fronte alle realtà estremistiche presenti nella sua organizzazione, che la obbligano a scioperare ed andare in piazza con i partiti in piena campagna elettorale per le amministrative». Mentre il leader della Uil Luigi Angeletti si chiede se «la Cgil sia ancora un sindacato». Per il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, invece, «la proclamazione dello sciopero, a dieci giorni dal voto amministrativo, corrisponde alla richiesta della Fiom ed è purtroppo un atto atteso e scontato in chi da tempo ha fatto la scelta, tutta politica, di supplire alla debole opposizione parlamentare».
Ma dietro alle polemiche e allo scontro tra sindacati si staglia uno scenario ancora molto difficile per il mondo del lavoro. A febbraio sono state autorizzate 70,6 milioni di ore di cig con un calo del 27,3% rispetto allo stesso mese del 2010, quando furono concesse 97,1 milioni di ore di cig. Complessivamente nei primi due mesi dell´anno si è giunti a quota 130,9 milioni, contro i 178 milioni dei primi due mesi del 2010 (-26,5%). Ma è il confronto col mese precedente a mettere in allarme i sindacati: infatti, le ore di cassa sono passate dai 60,3 milioni di ore di gennaio ai 70,6 milioni di febbraio (+17,2%).
E la Confcommercio sottolinea anche la frenata dei consumi dei primi mesi del 2011. Infatti la spesa delle famiglie, al netto dell´inflazione, ha segnato a gennaio un -0,1% rispetto a dicembre 2010, nonostante il leggero miglioramento del clima di fiducia delle famiglie. Su base tendenziale, ovvero nel confronto con gennaio 2010, i consumi sono diminuiti, secondo Confcommercio, dell´1,9%.