Ikea contro la crisi: giù i listini per aumentare le vendite
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giovedì 15 settembre 2005
La strategia Ikea contro la crisi: giù i listini per aumentare le vendite
Il gruppo svedese dell’arredamento ha aumentato il fatturato del 23,7% ed ha programmato un calo dei prezzi del 5,3%. In arrivo tre nuovi negozi
Angelo Faccinetto
Ridurre i prezzi e aumentare i ricavi. È la ricetta di Ikea Italia che ha chiuso l’esercizio 2004-2005 con un aumento del 23,7 per cento del fatturato (883 miliardi) ed ha aperto l’anno 2005-2006 riducendo i prezzi dei prodotti in catalogo, in media, del 5,3 per cento. In linea con la tradizione. Meglio del trend registrato dal gruppo svedese, leader nel settore dell’arredamento, a livello mondiale (14,8 miliardi di euro di fatturato con un incremento, sul 2004, del 16%).
La politica della riduzione dei prezzi, che prosegue ormai da otto anni, insomma, paga. Tanto che il gruppo ha deciso di investire, per il prossimo anno, 57 milioni di euro. A beneficiarne saranno soprattutto gli accessori da cucina (meno 9,7%), le cucine (meno 8,4) e le camere da letto e i bagni (meno 5,9). E i clienti italiani che non a caso, in tempi di alti prezzi e di bassi salari, sono in crescita costante (circa 25 milioni di visitatori, l’anno scorso, nei dieci negozi esistenti). Anche perchè, precisano i vertici dell’azienda, il «miracolo» viene realizzato, con una riduzione del margine di guadagno e una maggior efficienza produttiva e distributiva, mantenendo costante lo standard qualitativo dei prodoti offerti. Nessuna meraviglia, dunque, se nel nostro paese l’espansione del gruppo svedese continua. La prossima settimana, il 21 settembre, è prevista l'apertura del nuovo negozio di Padova (31mila metri quadri, 500 dipendenti) cui seguiranno quelli di Ancona (primavera-estate 2006) e di Bari (fine estate 2006). In attesa di un’ulteriore espansione. Anche nei dieci punti vendita già esistenti sono previsti alcuni interventi.
Dall’espansione del negozio milanese di Corsico (Milano) al raddoppio della piattaforma logistica di Piacenza. Il tutto per una ricaduta occupazionale di oltre 1.100 nuovi posti di lavoro, che andranno ad aggiungersi agli attuali 4mila (nel mondo sono circa 90mila). Obiettivo del gruppo, aumentare ulteriormente il fatturato «italiano» facendo entrare il nostro paese nella top five. Ora è sesto, dopo Germania, Gran Bretagna, Usa, Francia e Svezia.
Ma non c’è solo la vendita. Sul fronte della produzione, l'Italia rappresenta il quarto fornitore di mobili e complementi d'arredo (tra le aziende fornitrici nomi noti come Snaidero, Natuzzi, Bormioli, Calligaris) e da noi il gruppo compra più più di quanto vende. Dai dati risulta che il 7,2% degli acquisti vengono effettuati in Italia, mentre il mercato italiano copre il 5,5% del totale delle vendite.
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