I tre leader hanno evitato lo stallo
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sezione: ECONOMIA ITALIANA data: 2004-07-03 - pag: 11 autore: LI.P. APA
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Dietro le quinte / La notte della svolta I tre leader hanno evitato lo stallo
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ROMA • Prima il rischio di una firma separata. Poi, come spiegano i sindacati, l’altolà della grande distribuzione sulla Confcommercio sulla legge Biagi. E, come se non bastasse, l’intervento «quanto meno inopportuno del ministro Maroni», racconta Giorgio Santini, segretario confederale che per la Cisl ha seguito la vertenza. «Il ministro — continua — è entrato a gamba tesa nella vertenza senza mediare ma volendo spostare l’ago della bilancia sulla parte datoriale». Il punto era la legge Biagi, poi superato con un colpo a sorpresa, nella notte di ieri. Ma circa dieci giorni fa, un altro fantasma si aggirava sul contratto: la firma senza la Cgil. Il nodo, in questo caso, era il quadriennio contrattuale senza riallineamento salariale. Scoglio superato ma con l’intervento dei tre segretari. Poi le trattative si sono nuovamente interrotte e, ancora, è stato necessario che i tre leader intercedessero su Sergio Billè. Insomma, da un po’ di tempo, il sindacato non riesce a fare al meglio il suo mestiere. Non riesce, cioè, a rinnovare contratti che arrivano — come è accaduto per il commercio — quasi sempre sulle scrivanie dei tre segretari generali. È accaduto anche per gli autoferrotranvieri nel dicembre scorso e, più recentemente, nella vicenda della Fiat di Melfi. E ancora, sul pubblico impiego è tutto fermo, nonostante uno sciopero generale già fatto alla fine di maggio. In un anno, almeno quattro vertenze di categorie sono finite ai piani alti delle tre confederazioni, bloccate da impasse che solo i leader sono riusciti a sbloccare. Segno di un progressivo indebolimento del sindacato? Per Guglielmo Epifani, leader della Cgil, è venuta meno quell’opera di mediazione che si svolgeva nelle stanze del Lavoro o in quelle di Palazzo Chigi, come accadde in due contratti delle tute blu. «In realtà — spiega Epifani — è sempre successo che alcuni contratti si bloccassero. Ne ricordo diversi dei meccanici: la differenza è che prima c’era la mediazione del ministero del Lavoro e del Governo, ora non accade». È vero, ammette la Cisl, diventa complicato chiudere le vertenze e la responsabilità è del Governo. «Se l’Esecutivo — dice Santini — non fa una politica sull’inflazione le vertenze diventano incandescenti. Il sindacato si trova a dover fare i conti con un tasso programmato irrealistico e con un’assenza di gestione su prezzi e tariffe. Le diffoltà sui contratti sono un prezzo pagato all fine della politica dei redditi». |
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