22/4/2002 ore: 11:05

I soldi? Solo un dettaglio Il doppio lavoro fa moda

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Pagina 24 - Cronaca
 
Anche in Italia i giovani scoprono i vantaggi di un mix di attività. Lo raccontano le cifre dell´Istat e un´inchiesta di "Cosmopolitan"
 
I soldi? Solo un dettaglio Il doppio lavoro fa moda
 
Largo a segretarie-cantanti e ingegneri-registi
 
 
 
 
AMBRA SOMASCHINI

ROMA - Un lavoro non basta ce ne vogliono due, a volte anche tre. Non è soltanto una scelta economica, una furbizia da impiegato statale che ha lo stipendio pubblico e il mestiere vero altrove. Ora, per i lavoratori degli anni Duemila rischia di diventare uno stile di vita. Mix professionali, multijob come dicono gli anglosassoni. Alcuni retribuiti regolarmente, altri in nero. Segretarie che fanno le cantanti, telefoniste nei call-center che di sera diventano baby-sitter, ingegneri-registi, infermieri-rappresentanti commerciali, impiegate che appena rientrate dai turni organizzano a casa estemporanei show-room di abiti e oggetti vintage trovati nei mercatini.
Uno sdoppiamento produttivo che riguarda soprattutto le donne. Ma che aggancia anche gli uomini, in particolare i trenta-quarantenni. Secondo le ultime stime Istat su 23 milioni e mezzo di lavoratori italiani almeno 6 milioni e 500 mila hanno due o tre attività quotidiane. Un fenomeno in crescita ma soprattutto una nuova tendenza nel modo di vivere e lavorare dei giovani fotografato da Cosmopolitan in edicola da stamattina.
«Faccio quadrare i bilanci in una società ma la mia passione è la musica – spiega sulla rivista Alessia Giumelli, milanese, 25 anni – così di sera canto nei locali, di giorno alle feste dei matrimoni, sono perfino diventata solista nel gruppo di mio fratello. E´ un´emozione alla quale non potre mai rinunciare». Nancy Tornello è ingegnere a Milano, regista tv a Roma: «Non esistono incompatibilità. Ho seguito per sei mesi un corso di regia in Danimarca ed eccomi qui. Ho rinunciato a cucinare per sempre ma mi sento molto gratificata».
«Esistono attività complesse che non consentono questo tipo di sdoppiamento continuo – osserva Domenico De Masi, docente di sociologia del lavoro all´Università La Sapienza – un chirurgo oppure un pianista non possono certamente fare nient´altro. Ma ci sono lavori che richiedono meno specializzazione, meno impegno, che possono tranquillamente essere cumulati. Bancario e amministratore di condomino, studente e lavoratore part-time in un´azienda. Se una persona si annoia seguendo la propria attività ne fa altre due. Ma attenzione, non sempre si aprono nuovi orizzonti, non sempre in questo modo "si cresce". Spesso ci si ritrova stanchi senza aver fatto dei reali passi in avanti nelle carriere».
Eppure, a detta di Antonella Baldassarini, del settore contabilità nazionale Istat, «questa molteplicità di situazioni nella nostra economia non è soltanto diventata un´opportunità di incremento nel reddito. Ormai si è trasformata in una possibilità di crescita individuale culturale e professionale».
E´ d´accordo Lucia Cerri, sociologa: «Il secondo lavoro assomiglia a un´esplorazione. Permette di conoscere altri ambienti e di uscire dai confini di un´unica identità professionale, magari insoddisfacente. Un trend che si chiama "ambizione orizzontale". Chi vuole il successo si muove in più direzioni e non solo puntando in alto nel proprio settore. Quello che funziona, che piace, è navigare liberamente».
Per questo Marco Persichetti romano, trentenne, ha messo su una cooperativa per la scrittura di software educativo per i bambini, tiene corsi di formazione professionale in una scuola, ha un contratto di collaborazione con l´Università La Sapienza dove fa manutenzione di alcuni server per la facoltà di giurisprudenza: «Cerco di vivere – dice - facendo le cose che mi piacciono. Ma il pericolo c´è. Giocando su due tavoli ci si può sentire stremati, sfiniti».
Come Barbara Ehrenreich, che ha scritto «Una paga da fame, come non si arriva alla fine del mese nel paese più ricco del mondo» un libro subito diventato best-seller negli Stati Uniti e pubblicato in Italia la settimana scorsa da Feltrinelli. Ha abbandonato una bella casa e lo status di intellettuale, si è messa a fare la cameriera e la commessa cercando «tutti gli stratagemmi possibili per sopravvivere».

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