25/5/2010 ore: 11:48

I sindacati: rigore ed equità

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Coniugare il «rigore con l’equità», affinché «non siano sempre i pubblici dipendenti e i pensionati a pagare il prezzo della crisi». E' il concetto che verrà ribadito oggi nell’incontro delle 12 a Palazzo Chigi dai tre leader dei sindacati confederali. Che sulla manovra- o meglio, sulle indiscrezioni della vigilia del consiglio dei ministri esprimono pareri differenti: critica la Cgil, mentre Cisl e Uil sospendono il giudizio, malgrado i timori per le ricadute sul pubblico impiego.
Ancora ieri pomeriggio sono proseguiti i contatti informali tra le parti sociali e il governo, in vista dell’incontro odierno.
In attesa di conoscere il testo definitivo i sindacati hanno anticipato le posizioni che verranno ribadite al tavolo: «Ci hanno raccontato per mesi che la crisi era un’invenzione, salvo poi parlare di emergenza-sostiene Susanna Camusso (Cgil) - con una manovra depressiva, caratterizzata da tagli, senza ricadute positive sull’occupazione». Secondo Camusso a «pagare sono sempre gli stessi», poiché «la stretta su enti locali e regioni si traduce minori prestazioni per i cittadini», non compensati dalla «sforbiciata simbolica ai costi della politica».
Più articolato il giudizio della Cisl: «La Grecia insegna — spiega Annamaria Furlan - bisogna
rendere stabili i conti pubblici, ma nel segno dell’equità salvaguardando lo stato sociale. I sacrifici vanno distribuiti anche sui redditi alti, sui manager beneficiari di stock option. Serve un serio tagliò degli sprechi, eliminando gli enti inutili, garantendo più efficienza nella spesa sanitaria». Furlan plaude per il previsto ripristino della tracciabilità nei pagamenti, sollecita misure per rilanciare i consumi e lo sviluppo, come «l’innalzamento della detassazione dei premi di produttività fino a 40 mila euro di reddito e la fiscalità di vantaggio per il sud». Sulla stessa lunghezza d’onda la Uil: «La manovra risponde ad una finalità giusta — sostiene Paolo Pirani —,con rigore ed equità bisogna superare la grave crisi come stanno facendo gli altri paesi europei con manovre di ben altra entità». Pirani promuove le preannunciate misure di contrasto dell’evasione, così come il taglio su consulenze e sprechi.
Il pubblico impiego rappresenta per tutti la maggiore criticità: «La manovra risponde alla logica di svalorizzare il pubblico -aggiunge Camusso (Cgil) - sarebbe diverso se si chiedessero i sacrifici in cambio di concorsi per assumere i giovani». Per Furlan (Cisl) il «blocco dei contratti pubblici assume connotazioni diverse se la manovra è ispirata al principio dell’equità», mentre Pirani (Uil) avverte: «tanto più la manovra verrà incontro alle richieste delle corporazioni potenti e agli interssi di parte, tanto meno saranno accettabili i sacrifici. Non staremo con le mani in mano».

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