15/11/2005 ore: 11:32

I sindacati pronti al referendum

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    domenica 13 novembre 2005

    ITALIA POLITICA - Pagina 8


    Cgil, Cisl e Uil: difendiamo la Costituzione contro il disegno di legge sul voto
      I sindacati pronti al referendum
        Massimo Mascini
          ROMA -Cgil, Cisl e Uil si battono contro la riforma elettorale voluta dalla maggioranza che vuole cambiare la carta costituzionale. Le tre confederazioni dei lavoratorinon si fermeranno alle parole, lavoreranno attivamente all'interno del Comitato «Salviamo la costituzione», creato con questo obiettivo, e in particolare si spenderanno per il referendum popolare che dovrà dare via libera alla riforma. Lo faranno perchè credono che i principi che sono alla base della carta italiana siano ancora pienamente validi, che sia necessario cambiare qualcosa per adattare le indicazioni costituzionali ai cambiamenti avvenuti nella società, ma non stravolgerla. E soprattutto agiranno così perchè credono che, senza quei principi di partecipazione e di libertà che sono in pericolo, è a rischio anche l'essenza stessa della democrazia.

          Lo hanno ribadito con forza ieri Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti nella giornata conclusiva del convegno che ha avviato le manifestazioni per i festeggiare il centenario della Cgil. Non è stata una scelta quella della Cgil di avviare questa lunga serie di feste e manifestazioni, che andranno avanti per un intero anno, parlando di costituzione e di diritti del e al lavoro. Poichè, lo ha detto con attenzione Epifani, «non c'è sindcato senza democrazia e libertà, ma non ci sono nemmeno questi valori, quelli della democrazia e della libertà, se non c'è un sindacato». E le nuove regole mettono a rischio quello che il sindacato è stato in questi cento anni, tendendo a indebolire il ruolo delle rappresentanze sociali, abbassano il tasso di partecipazione e quindi quello della democrazia.

          E questo il sindacato non vuole accettarlo. Perchè, lo ha detto tra le altre cose Pezzotta, oggi crescono le «periferie sociali», come le ha volute chiamare, i malesseri, ma questi non si eliminano con più governabilità, bensì con più coesione sociale, perchè la gente ha bisogno di contare, di essere sentita. «Ma se dieci milioni di lavoratori, ha detto il segretario della Cisl, chiedono al Governo di essere sentiti e nessuno risponde a questo appello, qualcosa non funziona più nel profondo della società». Una battaglia dura anche perchè, ha detto Angeletti, «diritti sociali e crescita economica non sono antitetici, al contrario il lavoro deve essere sempre più valorizzato, perchè adesso conta più dei capitali e delle materie prime, senza lavoro una società declina».

          Di qui l'impegno di tutto il sindacato perché quei valori, quelle prerogative, che sono diritti, ha sottolineato Epifani, ma anche valori, non si perdano. «Cento anni di storia della Cgil, e quindi di tutto il sindacato, ha detto il segretario dell Cgil, ci hanno portato a questa storia plurale. È nato e si è rafforzato così il sindacato confederale, che è diverso da quello unionista, che è corporativo, tende a dividere, a escludere. Adesso vogliamo creare le condizioni perchè questa storia continui».

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