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I fannulloni spaccano il sindacato

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    mercoledì 18 aprile 2007

    Pagina 7 - Primo Piano


    TAVOLA ROTONDA ALLA SCUOLA SUPERIORE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
      I fannulloni spaccano il sindacato

      FLAVIA AMABILE
      ROMA

      La protesta arriva, puntuale, a metà convegno. Si parla di «fannulloni» nella pubblica amministrazione, tema caldo, ancor di più per i sindacati. Nei giorni scorsi, quando la parola incriminata, - quel «fannulloni» - era stata inserita nel titolo del convegno della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, i rappresentanti dei lavoratori avevano affisso volantini all’interno della sede della Scuola per chiedere le dimissioni del direttore, il prefetto Mauro Zampini, reo di aver organizzato l’incontro e deciso il titolo, e di non aver invitato alcun sindacalista a parlare alla tavola rotonda.

      Ieri il sindacalista a parlare c’era, ed è stata proprio principalmente contro di lui che la protesta si è scatenata. «Non vogliamo sentire questa persona!» tuonano i sindacalisti sparsi tra il pubblico di giovani ed eleganti allievi e futuri dirigenti della pubblica amministrazione, quando Paolo Nerozzi, segretario confederale della Cgil prende la parola. «Non ci rappresenta! Parla per sè stesso!», insistono i ribelli. «Alla camera vi avrebbero già espulsi!» li avvertono. «Espelleteci, allora!»

      La provocazione non viene raccolta. Nessuno viene mandato via. E, fra un mugugno e l’altro, tra sindacalisti di base e anche qualche confederale, Nerozzi prosegue nel suo intervento. Prima però, il direttore della Scuola non manca di sottolineare la stranezza della protesta: «Prendo atto del fatto che un dibattito che dovrebbe interessare tutti, ha ottenuto critiche dei sindacati». Bruno Tabacci, deputato dell’Udc, anche lui al tavolo degli oratori: «Quante persone vivono di politica e sindacato? Almeno sette-ottocentomila! Quante sigle esistono? Un numero esagerato, senza che si capisca perché sono nate nè gli obiettivi che difendono».

      Nerozzi, che il direttore della Scuola definisce «la punta di diamante» del sindacalismo del settore, chiarisce di non essere contro il licenziamento dei fannulloni. «Se un infermiere viene trovato ubriaco in sala operatoria, va licenziato». Se però si vuole rendere efficiente la pubblica amministrazione bisogna «investire», ricorda.

      Luigi Nicolais, ministro della Funzione Pubblica, sottolinea i punti deboli del settore, uno in particolare: la valutazione. «In Italia - avverte - non esiste la cultura della valutazione», ma per il governo è una priorità e sta pensando di affidare il compito al Cnel. «Può essere una buona occasione per il suo rilancio», spiega. Il ministro però tiene a chiarire che «parliamo di fannulloni solo perché non sappiamo valutare». E’ importante invece «restituire dignità», fornire «incentivi», «semplificare le leggi», introdurre «trasparenza», come il governo sta facendo con i disegni di legge presentati che sono in discussione in Parlamento. «I tempi della Camera e del Senato sono lunghi ma ce la faremo», avverte. Infine, per aumentare l’efficienza della pubblica amministrazione, il ministro ricorda che esiste la tecnologia: «entro il 2008 lo sportello potrebbe essere sotituito dal computer, dal televisore, dal portatile. E con la creazione di banche dati a disposizione degli uffici, anche le autocertificazioni dovrebbero essere superate: i dati di cui ha bisogno l’impiegato sono già in suo possesso. Questo ridurrà di molto il lavoro, i tempi, le attese».

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