I disoccupati senza speranze rinunciano a cercare lavoro
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mercoledì 21 dicembre 2005
Pagina 34 - Economia
LA CONGIUNTURA
L´Istat: il tasso del terzo trimestre cala al 7,1%. In diminuzione fatturato e ordinativi I disoccupati senza speranze rinunciano a cercare lavoro
LUCIO CILLIS
ROMA - Chi ce l´ha se lo tiene ben stretto. Ma chi il posto di lavoro non ce l´ha, oggi preferisce lasciar perdere, deluso dalla carenza di offerte e di valide opportunità. Una fotografia impietosa del mercato dell´occupazione, quella scattata dall´Istat, che per l´ennesima volta, e stiamo al terzo trimestre dell´anno, ha verificato una flessione pesante della "caccia al posto" pari al meno 4,1%. In pratica, rispetto allo stesso trimestre del 2004, 74 mila persone hanno rinunciato a cercare lavoro, andando a ridurre il numero di chi il lavoro continua, invece, a cercarlo. Un esercito questo di un milione e 726 mila unità a fronte di un tasso di disoccupazione del 7,1%. Di pari passo cresce in maniera preoccupante il numero degli "inattivi", che tra i 15 e i 64 anni è salito di 294 mila unità rispetto all´anno precedente. L´incremento - secondo l´istituto di statistica - «è ancora una volta consistente per la componente femminile (più 147.000 unità) soprattutto del Mezzogiorno». Nel terzo trimestre 2005 la riduzione delle persone in cerca di occupazione ha colpito quindi le donne (-45.000 unità, pari a -4,6 per cento) e in modo meno pesante gli uomini (-29.000 unità, pari a -3,5 per cento).
In generale l´occupazione è diminuita dello 0,2% sul trimestre precedente (-55mila posti), una riduzione dovuta al calo delle forze di lavoro, che hanno perso 69 mila unità rispetto al trimestre precedente. Da allarme rosso, invece, il panorama lavorativo per i più giovani: il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 24 anni ha registrato un preoccupante boom, passando al 23,6 per cento, 2,3 punti percentuali superiore rispetto allo stesso periodo del 2004.
E sale anche il numero degli inattivi in età compresa tra 15 e 64 anni, al 2,0 per cento (+294.000 unità). Un incremento che ha nuovamente colpito in misura consistente la componente femminile del Mezzogiorno (+2,9 per cento, pari a +126.000 unità). Guardando anche agli ordinativi dell´industria, va sottolineata la performance positiva sull´ottobre 2004 (+1,8%) e negativa (dell´1,1%) rispetto a settembre 2005. Una delle poche note positive della giornata è arrivata, infine, dal dato relativo al Pil del Lazio, cresciuto del 3,8% nel 2004, contro una media dell´1,2%. Una performance salutata con soddisfazione dal sindaco di Roma Walter Veltroni, visto che la Capitale pesa sul Pil del Lazio per oltre il 70%.
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