
Venerdí 28 Febbraio 2003
FINANZA E MERCATI
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Grandi Viaggi in difesa |
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MILANO - Qualità, numeri ridotti e specializzazione del prodotto sono stati i punti cardine della strategia intrapresa dal gruppo I Grandi Viaggi (IGV) per fronteggiare la difficile stagione turistica del 2002. Le scelte si sono riflesse positivamente sui conti e IGV presenta oggi ai soci un bilancio con utili triplicati, ma per la cedola bisognerà attendere ancora. La strategia. Di fronte alle difficoltà congiunturali il management ha deciso di preservare i margini reddituali puntando sulla qualità del prodotto a scapito della quantità. La spesa media del soggiorno all'estero è stata ridotta di circa 70 euro mentre quella nei villaggi italiani è stata aumentata di circa 170 euro. Per il futuro, il gruppo intende rimanere concentrato nell'area mediterranea, ma per destagionalizzare il business guarda con molto interesse al più redditizio settore alberghiero, con destinazioni turistiche nelle principali città europee come Parigi, Londra e Amsterdam con hotel a tre stelle. I fondamentali. Dopo tre anni di costante crescita, nel 2002 il fatturato ha segnato una flessione del 7,2% a 86,5 milioni principalmente determinata dalla riduzione delle vendite sulle destinazioni a lungo raggio, le più colpite dopo gli attentati dell'11 settembre. Inoltre sono stati chiusi due villaggi (uno in Messico e uno in Sardegna) che nel 2001 avevano generato ricavi per oltre 10 milioni. Pertanto, a parità di perimetro, anche il giro d'affari è aumentato. Sul fronte dei margini operativi, dopo la netta flessione del 1999, IGV ha via via migliorato la propria marginalità. Nell'esercizio appena concluso, grazie ad una attenta gestione dei costi e delle politiche di pricing, l'Ebitda ha evidenziato una crescita del 20% a 12,9 milioni elevando l'incidenza sul fatturato al 15% (11,6% nel 2001). Decisamente migliore la performance dell'Ebit che sale a 7,3 milioni (4,2 milioni nel 2001) determinando un Ros quasi raddoppiato e pari all'8,4%. In lieve peggioramento la gestione finanziaria con oneri netti per 1,6 milioni, mentre risultano più che raddoppiati gli utili della gestione straordinaria. Infine, con una decisa riduzione del tax rate e di un modesto utile di terzi, l'utile netto è quasi triplicato a 4,1 milioni. In miglioramento anche la struttura patrimoniale: l'indebitamento finanziario netto si è dimezzato a 9,4 milioni grazie al flusso di cassa della gestione e il debt/equity è così sceso da 0,39 a 0,17. ELENA COLOMBARINI
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