29/4/2002 ore: 9:51

Gli ispettori di Tremonti alla battaglia del lavoro nero

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(Del 29/4/2002 Sezione: Economia Pag. 17)
I DUBBI DEL FMI: «IL FENOMENO E´ COSI' DIFFUSO CHE GLI SCONTI FISCALI NON BASTANO». MARONI: «SIAMO IN EMERGENZA»
Gli ispettori di Tremonti alla battaglia del lavoro nero
Il 6 maggio iniziano verifiche e ispezioni sull´emersione delle imprese e dei dipendenti irregolari



Il 6 maggio partono i controlli. Gli ispettori dell´Agenzia delle entrate dovranno verificare come sta procedendo la regolarizzazione delle imprese sommerse e dei lavoratori in nero. Un impegno enorme, come ammoniscono i dati del Fondo Monetario Internazionale e dell´Inps sulla diffusione dell´economia nascosta in Italia: un valore attorno al 27% del Pil nazionale, tra il 30 e il 48% di dipendenti irregolari o addirittura inesistenti, contributi nascosti alle casse dell´Inps per 750 milioni di euro ogni anno. Nei 21 paesi dell´Ocse solo in Grecia ci sono più lavoratori senza diritti. Un fenomeno che, secondo l´Istituto di previdenza sociale, non segna battute d´arresto, nonostante il piano del governo: forti sconti fiscali e contributivi per chi si mette a posto entro il 30 novembre 2002 ma anche pesantissime sanzioni per chi continua ad eludere (multe con ricarichi dal 200 al 400 per cento sugli importi del costo del lavoro). Bastone e carota però sembrano non avere ancora invertito la tendenza: nei primi tre mesi dell´anno all´Inps sono stati sottratti 90 milioni di euro, il 60% delle aziende ispezionate è fuorilegge, il 21,7% addirittura non risulta in nessun registro. L´analisi dell´Fmi è ancora più impietosa: persino paesi meno industrializzati del nostro, come Cile e Sud Africa, ci danno lezioni di legalità sul mercato del lavoro. La nostra realtà è più vicina ad economie molto arretrate ma in grande espansione (in Nigeria e Egitto il 77% e 69% dei lavoratori sono in nero) che a quelle dei nostri maggiori partner commerciali come Usa (10%) e Svizzera (9%). Alla fine degli Anni Novanta, in Europa, gli abusivi erano venti milioni. Il ministro Tremonti, nella speranza di recuperare una consistente fetta di risorse finanziarie, ora sta tentando anche la strada dell´emersione territoriale coinvolgendo i sindaci con tanto di deroghe triennali, anche per la parte economica, ai contratti nazionali. E dalla prossima settimana cominceranno a partire le lettere di chiarimento e di informazione. C´è ancora la possibilità di mentire. Infatti le risposte non precluderanno la strada della regolarizzazione, almeno fino alla fine del prossimo novembre. Poi, ha promesso il governo, si passerà alla mano pesante. «Il sistema sta scoppiando - ha ricordato il presidente del Consiglio indirizzo e vigilanza inps, Aldo Smolizza - di fronte a questi numeri, il piano di emersione rischia di fallire». Per il ministro del Welfare, Roberto Maroni, «si tratta di una vera emergenza che necessita del coinvolgimento massiccio e diretto dell´Unione Europea». Gli analisti del Fondo non si sono limitati a fare una radiografia del fenomeno ma anno anche suggerito qualche ricetta: «Abbassare solo i contributi non serve, occorre aumentare i controlli, liberalizzare il mercato del lavoro, ridurre il numero di leggi e spostare la pressione fiscale sulle tasse indirette».
Federico Monga
 

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