Giacomelli, aumento da 50 mln

Martedí 06 Maggio 2003
FINANZA E MERCATI
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Giacomelli, aumento da 50 mln
 Deliberato dal cda, affossato dalla Borsa (-7%) - Caretti incontra i creditori V.D.G.
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MILANO - Le speranze della Giocomelli Sport Group sono affidate allo studio Caretti & Associati e all'aumento di capitale da oltre 50 milioni di euro deciso ieri dal consiglio di amministrazione della società. Per far fronte alla pesante crisi finanziaria che attraversa il gruppo riminese, questa mattina i rappresentanti dello studio Caretti & Associati avranno un incontro con le banche creditrici (circa una ventina) per trovare una via d'uscita alla crisi. La pesante eredità che Giacomelli si è portata dietro dopo l'acquisizione della Longoni Sport, che di fatto ha prosciugato le casse, si sta facendo sentire in maniera molto netta. Ieri Piazza Affari ha accolto con un'ondata di vendite sul titolo Giacomelli l'annuncio del piano di riassetto della società che prevede anche il lancio di un aumento di capitale. Il titolo alla fine di una giornata che l'ha visto fra i peggiori del listino ha lasciato sul terreno il 6,95% a 0,471 euro, attraverso un volume di scambi inconsueto, visto che sono passati di mano oltre 2,5 milioni di azioni del gruppo emiliano. Solo venerdì scorso, i valori Giacomelli trattati non avevano superato i 160 mila titoli in tutta la giornata. I termini del piano di ristrutturazione sono ancora da definire, ma potrebbero essere pronti nel giro di un paio di settimane, secondo ambienti vicini alla Giacomelli. Fra quindici giorni è quindi molto probabile che Caretti & Associati proponga agli istituti di credito esposti nei confronti della Giacomelli Sport Group un piano di ristrutturazione finanziaria. Dell'aumento, invece, si è occupato il consiglio di amministrazione della società che, prendendo atto della situazione finanziaria che attraversa la società e l'intero gruppo, ha deciso di portare avanti un programma di ristrutturazione finanziaria, i cui completi termini sono in corso di definizione. Al servizio di tale ristrutturazione - informa la nota - è stato previsto un aumento di capitale sociale della Giacomelli Sport Group spa, fino a un massimo di 50.370,000 di euro con emissione di nuove azioni e warrant da offrirsi in opzione ai soci al valore nominale. Per l'aumento di capitale è stata decisa la convocazione dell'assemblea straordinaria dei soci, per il giorno 23 giugno 2003, in prima convocazione, e per il giorno 18 luglio 2003 in seconda convocazione. Inoltre - conclude la nota - il consiglio di amministrazione ha deliberato di affidare ad interim la responsabilità finanziaria all'amministratore delegato Pozzobon. Ma il vero problema potrebbe essere costituito dai fornitori: alla fine dello scorso esercizio i debiti versi questi ultimi erano di poco inferiori ai 230 milioni di euro e il debito verso le banche era vicino a 85 milioni circa, a cui si aggiungono 100 milioni di obbligazioni. Sembra che siano stati alcuni fornitori e alcune banche a far scattare l'allarme rosso alla Giacomelli Sport Group.
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Ma il bond rimbalza sui mercati |
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MILANO - Se sul mercato azionario la notizia dell'aumento di capitale ha causato una sorta di "Caporetto", sul fronte obbligazionario ha donato un po' di sollievo. Mentre le azioni Giacomelli crollavano in Borsa, il prestito obbligazionario lanciato nel febbraio 2002 ha infatti registrato sui mercati secondari un balzo di circa un punto: il prezzo del bond risultava ieri compreso tra quota 85 (prezzo di Banca Akros) e 92 (prezzo Mcc). Il motivo del rimbalzo è semplice: l'aumento di capitale annunciato, qualora andasse a buon fine, migliorerebbe il rapporto tra debito ed equity. Ma sul bond quinquennale da 100 milioni rimane un clima molto pesante. Che si respira nelle dichiarazioni di un operatore: «Meno male che scade nel 2007 - afferma - altrimenti penso che il rimborso non sarebbe così agevole». La storia del Giacomelli-bond (emesso dalla controllata lussemburghese senza rating come buona parte dei corporate bond italiani) è stata tormentata sin da pochi mesi dopo l'emissione. Quando fu lanciato, la società godeva di un discreto stato di salute. I lead manager Banca Akros e Abaxbank la valutarono nell'area della "Doppia B": livello speculativo, ma vicino al campo più sicuro dell'investment grade. Il principale scopo dell'emissione - dichiarò allora la società - era di lanciare la nuova catena di punti vendita Xspot. Poi, solo 5 mesi più tardi, il colpo di scena: Giacomelli ha comprato Longoni per 76 milioni di euro, utilizzando una buona fetta di quei 100 milioni raccolti a febbraio. Questo, denunciano più operatori, ha cambiato le carte in tavola. E ha prosciugato la liquidità del gruppo. Così il prezzo del bond ha iniziato a perdere quota: da 98,68 è scivolato settimana scorsa fino a quota 84. Ieri è rimbalzato a 85 (secondo le quotazioni di Banca Akros), a 89,42 (secondo quelle di Caboto), a 89,73 (secondo Abaxbank) e a 92 (secondo Mcc). Questo significa che il "premio" sopra il tasso swap è aumentato dai 390 punti base del lancio a circa un migliaio di centesimi di punto percentuale. Segno che, in un mercato illiquido, hanno dominato le vendite. La situazione è dunque tesa. Ma il bond (che ha pagato una cedola il 7 marzo per 8,375 milioni di euro e fino al marzo 2004 non dovrà più onorare alcun impegno nei confronti degli investitori) ha tempo fino al 2007 per vedere migliorare la situazione. E il tempo, sperano gli investitori, è spesso galantuomo.
MORYA LONGO
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