8/6/2006 ore: 11:22

Genova. Upim, lo sciopero del restyling

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    gioved? 8 giugno 2006

    Pagina VII - Genova
      LA CITT? E IL LAVORO

      Un mese dopo la presentazione del nuovo corso dei grandi magazzini, divampa la protesta dei dipendenti
        Upim, lo sciopero del restyling
          Trasferiti da via Venti i cinquantenni, che scendono in piazza
          L?accusa: "Azzerati trent?anni di contrattazione integrativa"


          NADIA CAMPINI

          LA parola d?ordine era ?svecchiare?, e alla Upim di via Venti Settembre lo hanno fatto senza tanti riguardi: alle dipendenti over 50 ? arrivato un ordine di servizio che le invita a trasferirsi ?temporaneamente? presso le altre sedi Upim, quelle di Campetto e della Valbisagno, almeno fino al 30 giugno, poi si vedr?. E? il sintomo della nuova politica sindacale della Upim, che ieri ha portato in piazza i lavoratori con un presidio davanti ai grandi magazzini, al mattino in via Venti Settembre, al pomeriggio a Campetto. La protesta era nazionale, indetta dai sindacati confederali di categoria, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, perch? la direzione ha annunciato 445 esuberi a livello nazionale, una quindicina in provincia di Genova, e anche perch? sono saltate tutte le relazioni sindacali.

          ?Con la separazione dal gruppo Rinascente sono stati azzerati trent?anni di contrattazione integrativa - spiega Giuseppe Rodin?, segretario Filcams - dal primo gennaio a tutti i nuovi assunti viene applicato solo il contratto nazionale, senza l?integrativo, significa perdere 200 euro al mese?. ?Formalmente dicono che si punta sui giovani - aggiunge Debora Baldisserri, della rappresentanza sindacale unitaria Uil - ma in che modo? Le assunzioni si fanno solo con contratti di apprendistato o con contratti a termine, in via Venti su una cinquantina di dipendenti gli apprendisti sono otto-nove e molti i contratti a termine?.

          E proprio qui, nei magazzini completamente rinnovati di via Venti Settembre, ? scoppiata la polemica pi? aspra. Il restyling del punto vendita ha comportato un investimento di diversi milioni di euro, ha allargato gli spazi e si ? presentato alla citt? con una cerimonia di re-inaugurazione il 25 maggio scorso. In quell?occasione la direzione aveva anche annunciato la nuova politica dell?accoglienza, con l?invito al personale a sorridere sempre, a non far creare file alle casse e a presentare sempre un?immagine accattivante del personale, meglio se giovane. Gi? allora si era parlato di un progetto di svecchiamento del personale, ma non c?? stata alcuna trattativa sindacale, in compenso sono arrivati gli ordini di servizio. ?Un bieco modo di umiliare lavoratrici e lavoratori con decenni di professionalit? dedicata all?azienda - critica il volantino sindacale - si punta sui giovani non applicando dal 2006 diritti normativi e salariali acquisiti dal contratto integrativo disdettato?. Un apprendista assunto a tempo pieno finisce cos? per guadagnare non pi? di 800 euro al mese e la perdita secca rispetto ai lavoratori assunti prima del 2006 ? a parit? di qualifica di 200 euro al mese.
            A livello nazionale l?azienda ha annunciato inoltre un piano di ristrutturazione per fare fronte ad una situazione di conti in rosso, che prevede il taglio di 445 dipendenti e la chiusura di 15 punti vendita. Fra questi non ci sono quelli genovesi, ma Spezia ha gi? chiuso nel 2005, mentre a rischiare il posto sono 15 lavoratori anche nelle filiali locali. ?Sono stati buttati alle ortiche trent?anni di rapporti sindacali - dice ancora Rodin? - anche per il trasferimento temporaneo delle lavoratrici ? arrivato prima l?ordine di servizio e solo dopo ? stato informato il sindacato. A parole dicono di voler fare un nuovo integrativo, peccato che rifiutino di trattare sulla nostra piattaforma e pretendano di discutere solo alle condizioni decise dall?azienda, condizioni che riguardano il libero arbitrio su orari e organizzazione del lavoro?.

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