20/11/2002 ore: 11:58

Gdo, la sfida è l'eccellenza

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ItaliaOggi (Economia e Politica)
Numero
275, pag. 7 del 20/11/2002
Roxy Tomasicchio


Le indicazioni emerse dal convegno Indicod: l'imperativo per il retail è crescere.

Gdo, la sfida è l'eccellenza

Le imprese devono puntare sulla diversificazione

La sfida per le imprese della grande distribuzione si chiama eccellenza. Per non perder quote di mercato ed essere fagocitate dai più grandi anche a livello locale, se esse sono piccole o medie, o per competere in un mercato sempre più globale, se sono grandi, devono puntare all'efficienza operativa, alla diversificazione, alla qualità. È l'indicazione che arriva dal convegno ´Verso la fine dell'anomalia italiana?', organizzato ieri, a Milano, da Indicod, Istituto per le imprese di beni di consumo. Con l'obiettivo di valutare gli scenari della distribuzione grocery nei prossimi cinque anni, il convegno ha sondato il campo da due punti di vista: quello internazionale e il contesto nazionale, prendendo le mosse, a questo proposito, da una ricerca realizzata, per Indicod, da McKinsey e interpellando alcuni tra i principali operatori.

Lo scenario internazionale. In periodi delicati come quello attuale, le imprese della grande distribuzione sono minacciate da due fuochi: le aspettative dei mercati finanziari, da un lato, e quelle dei consumatori, dall'altro. E mentre la reazione più istintiva sarebbe quella di risparmiare, tagliando sui costi al personale o sull'innovazione nei punti vendita, generando così un ciclo negativo di stagnazione dei consumi, l'imperativo deve essere, invece, ´crescere'. Lo ha affermato Peter Child, director di McKinsey & Company Parigi, aggiungendo che ´le fonti di crescita sono quattro. Il consolidamento, l'espansione attraverso nuovi prodotti o servizi, l'essere multiformato e multicanale, lo sviluppo sui mercati internazionali'. Ma come attuare queste strategie? Attraverso quattro leve operative, ha proseguito Child: ´Usando prodotti a marchio delle diverse insegne per far crescere le vendite; rinnovando continuamente i formati dei punti vendita; traendo sempre più valore dai fornitori e differenziandosi attraverso maggiore produttività e servizi ai clienti'. E sui concetti di internazionalizzazione e multicanalità è intervenuto anche Roland Fahlin, supervisory board di Ahold e direttore Cies. ´Gli elementi di internazionalizzazione come il know how o le tecnologie sono qui', ha detto, ´ma la distribuzione internazionale deve imparare a essere locale'. Anche perché il commercio internazionale ha raggiunto un tale grado di maturazione da richiedere ´maggiore differenziazione'.

Il contesto italiano. ´Nei prossimi anni la distribuzione italiana dovrà accelerare per mantenere i risultati raggiunti in passato', ha esordito Alessandro Cucchi, principal di McKinsey & Company di Milano, illustrando la ricerca. ´La distribuzione, dal '97 al 2001, è cresciuta e ha migliorato i margini, e pur restando frammentata, ha subito processi di polarizzazione', ha proseguito Cucchi. Nel prossimo quinquennio, invece, ´si assisterà a un rallentamento della crescita, passando dal +5,1% annuo al +3,5% e a un'ulteriore polarizzazione. Ci sarà, quindi, un passaggio di mano di licenze, immobili e clienti'. Quali le armi di distributori e produttori? ´Forte miglioramento della performance (eccellenza operativa), concentrazione e diversificazione (in altri settori o nei servizi o nel food service)'.

´Reinvestire su prodotti, marchi e servizi' e scommettere ´sull'efficacia operativa' sono dunque le sfide del futuro che hanno trovato il consenso, oltre che del presidente di Indicod, Luigi Bodoni, degli operatori intervenuti al dibattito: Giacomo Archi (d.g. Henkel), Giuseppe Brambilla di Civesio (direttore divisione supermercati Carrefour), Livio Buttignol (a.d. Autogrill), Mario Cifiello (d.g. acquisti Coop), Riccardo Francioni (p.g. Selex), Peter Heilbron (a.d. e d.g. Martini & Rossi) e Luciano Sita (presidente Granarolo). (riproduzione riservata)

Il futuro del grocery

- La grande distribuzione, nel prossimo quinquennio, subirà un rallentamento della crescita, passando dal +5,1% annuo al +3,5% e a un'ulteriore polarizzazione.

- Le armi di distributori e produttori sono un forte miglioramento della performance e la diversificazione.

- Oltre a puntare sull'internazionalizzazione, i distributori devono imparare a essere locali.


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