30/3/2005 ore: 12:04
Friuli Venezia Giulia. Sindacati contro Confcommercio
Contenuti associati
mercoledì 30 marzo 2005 «Sarebbe un errore imperdonabile cancellare dal piano regionale i market di Villesse e di Fontanafredda» Sindacati contro Confcommercio: piú spazi alla grande distribuzione UDINE. I sindacati bocciano la ricetta del presidente regionale di Confcommercio, Alberto Marchiori: «Sacrifica l’idea di regione-emporio, ma soprattutto con i suoi propositi non salverà la piccola distribuzione». Complessivamente, dunque, in Friuli-Vg la distribuzione è polverizzata in 19 mila esercizi commerciali, con 56 mila addetti, in media 3 per ogni attività. Tuttavia, nonostante la chiarezza dei dati - prosegue Fania - né il documento presentatoci né Marchiori ricordano o non dicono che per “grande distribuzione” in Friuli-Vg si intende quella che supera gli 800 metri quadrati di superficie, mentre in Italia si intende quella che supera i 1.500. Una differenza non da poco». Per Fania bisogna smettere di demonizzare la grande distribuzione, erroneamente ritenuta un male dal quale difendersi, non considerando, invece, che Villesse, Fontanafredda e Ronchis poco hanno a che fare con i consumi regionali, ma che molto potrebbero fare come poli di attrazione degli ampi bacini di utenza dell’area di confine. Naturalmente, con conseguenze positive sulla filiera del turismo e dei trasporti e con ricadute positive anche sull’occupazione». «Cassare due centri commerciali come quelli di Fontanafredda e di Villesse sarebbe un errore imperdonabile, un colpo durissimo allo sviluppo economico ed occupazionale del Friuli Venezia Giulia». Aggiunge Ezio Medeot, della segreteria regionale Cgil, che ieri ha incontrato a Udine i segretari delle Camere del Lavoro e i responsabili della Filcams Cgil, la categoria che rappresenta i lavoratori del commercio e del turismo. «L’assessore Bertossi - dichiara Medeot - sostiene che uno dei problemi principali per l’economia regionale nasce dalla ridotta dimensione media delle imprese. Non si capisce allora perché costringere al "nanismo" le aziende del commercio, sottoponendo la grande distribuzione al vincolo rigido del 65%. Un vincolo - prosegue Medeot - che è calcolato sulla base di bacini d’utenza definiti in modo discutibile e considerando grande distribuzione tutte le superfici dagli 800 metri quadrati in su, contro i 1500 presi a parametro dalla legislazione nazionale». |