5/11/2015 ore: 9:14

Franceschini: pronti a rivedere i voucher lavoro

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Il sistema di pagamento dei voucher per il turismo potrebbe essere rivisto. L`apertura su una revisione dei "buoni lavoro" (che nel 2014 per il settore turistico sono stati 11,2 milioni) è arrivata ieri dal ministro dei Beni e attività culturali Dario Franceschini. Una risposta a quanto detto poco prima dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso che con il ministro ha partecipato al Giornata finale della campagna #jobART, organizzata da FilcamsCgil: «Se mi chiedessero quale è il mio sogno per riorganizzare il sistema turismo in Italia - aveva esordito nel suo intervento la leader sindacale - risponderei: abolire i voucher». Camusso, citando i dati della ricerca "Turismo 20 anni senza", ha sottolineato l`espansione dello strumento "buoni lavori": «Oggi i voucher utilizzati in Italia sono 70 milioni, dei quali 11 milioni solo nel settore turismo, quando nel 2009 erano 193 mila. Questo vuol dire - ha attaccato che c`è qualche decina di migliaia di lavoratori che grazie ai voucher sono scomparsi dalla regolarità del lavoro, con un destino da paura e l`impossibilità di farsi riconoscere la stagionalità ed entrare nel regime delle tutele. Ma come fa un Paese che vuole fare del turismo il suo volano di rilancio se poi la modalità fondamentale è un lavoro accessorio, casuale, senza formazione né specializzazione, ma che pensa solo: ti sfrutto il più possibile al minor costo possibile?». Critiche alle quali Franceschini ha risposto dichiarandosi «pronto e disponibile a rivedere il sistema dei voucher». Il ministro ha poi difeso la scelta del Governo di varare il cosiddetto "decreto Colosseo", varato dopo un`assemblea del personale che causò la chiusura temporanea del monumento. «Troviamo che un decreto d`urgenza - ha sottolineato Camusso - sia uno schiaffo». «Non è stato tolto né il diritto dello sciopero, né il diritto di fare assemblee. Si fanno semplicemente in modo diverso», ha replicato Franceschini che ha sottolineato come proprio ieri nonostante l`Anfiteatro Flavio sia rimasto aperto al pubblico. «Si concilia il diritto dell`utente e il diritto dei lavoratori - ha spiegato - è una conquista di civiltà, non toglie o comprime i diritti dei lavoratori». Franceschini ha poi annunciato di voler rivedere il parametro che regola il numero e il lavoro dei custodi dei musei. «Siamo l`unico Paese al mondo con un parametro unico, determinato da un decreto di 3o anni fa». La scelta, invece, andrebbe affidata al museo. Più flessibilità anche sull`orario: non dovrà più essere unico e vincolato per decreto. «Sarebbe molto più sensato che il museo meno visitato resti aperto un po` meno e che i custodi si spostino da uno all`altro».